Facciamo beneficenza… con i soldi degli altri

Una delle questioni più spinose per me e la mia coscienza: la beneficenza. Io sono della vecchia scuola: fai beneficenza e non dirlo a nessuno.

Ma qui siamo su Internet, gente, e la beneficenza è diventata un business. O forse io non ho capito il meccanismo.

Primo caso

Obiezione numero uno: quasi ogni giorno c’è una ricorrenza. Mi hanno detto che nella giornata della violenza sulle donne non mi son degnata di scrivere un post sull’argomento, e poi anche per la vivisezione, poi c’è stata la giornata dell’acqua, quella del risparmio energetico, quella del pap-test, quella degli animali domestici, quella degli anziani, quella sulle malattie rare… E perchè invece hai parlato del tumore alla mammella e non di questo questo e quest’altro?

Risposta: Perchè segnalare tutte queste giornate è umanamente impossibile. Potrei aprire un blog che si chiama: Oggi ricorre… E allora potrei scrivere un post al giorno sulla celebrazione dello gnu africano prima dell’era mesozoica. Forse potrebbe funzionare. Ma se poi dimenticassi la celebrazione della balena bianca nella migrazione atlantica dell’età paleozoica? Sarebbe un bel casino…

Domanda numero uno: cosa devo fare, cosa dobbiamo fare?

Secondo caso

Obiezione numero due: i banner delle ong, onlus, associazioni umanitarie. Ogni giorno ricevo la richiesta di pubblicazione di una onlus o una ong o un’associazione umanitaria, che mi chiedono di pubblicare un banner che pubblicizzi la loro attività o la loro raccolta fondi. Mi schiaffano i banner nella email, in diversi formati (non sia mai che io non abbia il formato più congeniale al mio template), possibilmente con la faccia di un bambino denutrito mangiato dalle mosche. Della serie: certo che se non metti nemmeno il banner di un’associazione umanitaria, sei proprio una merd@ senza cuore.

Risposta: Occhei, gente, fate un grandissimo lavoro e io vi stimo. Ma io ho una domanda: perchè la vostra email mi viene spedita da un centro media o un’agenzia di comunicazione? Perchè spendete un considerevole budget per pubblicizzare il vostro ottimo lavoro, spendendo dei gran quattrini, e poi chiedete a me di farvi pubblicità gratis?

Domanda: Non sarebbe meglio che fosse tutto gratis? Oppure, considerando che anche le onlus abbiano bisogno di farsi conoscere e quindi una parte del loro budget (o del nostro budget?) debba essere speso in pubbliche relazioni, noi come ci comportiamo? Li pubblichiamo tutti?

Terzo caso

Obiezione numero tre: le iniziative commerciali a scopo benefico. Questa è di qualche giorno fa: in pratica io devo fare pubblicità al tuo sito parlando della mia esperienza d’acquisto sul tuo portale, e in cambio tu mi dai un budget da spendere per comprare delle cose che poi regalerete in beneficenza. Io parlo di questa bella iniziativa, io compro con i soldi che tu mi metti a disposizione, io parlo della mia esperienza di acquisto, e infine io dico che questi regali sono andati in beneficenza a tizio e caio… che circolo virtuoso.

Risposta: Oibò, è una cosa bellissima, ma… la beneficenza, la facciamo con i tuoi soldi o con il mio tempo? Cioè: io devo parlare di te, della tua azienda, dei tuoi prodotti, e devo farti pubblicità gratis dicendoti pure quanto sei gentile… a donare in beneficenza un oggetto che hai fatto comprare e recensire a me? Mi sfugge un passaggio.

Domanda: Ma non sarebbe stato meglio che tu, che indubbiamente hai un grandissimo cuore, facessi beneficenza da solo con i tuoi soldi, senza sfruttare la beneficenza per motivi commerciali? Non sarebbe meglio che beneficenza e commercio non fossero legati tra loro? Non sarebbe meglio che sul tuo portale, in homepage, dove tutti lo vedono, tu dicessi che ogni hanno dai in beneficenza una bella somma di denaro?

Insomma…

E noi blogger, in tutto questo processo, dove ci collochiamo? Abbiamo la responsabilità di partecipare alla beneficenza altrui, perchè si tratta comunque di un’iniziativa (indubbiamente) nobile, o dobbiamo pretendere che beneficenza e commercio siano slegati per lo meno sul nostro blog, a casa nostra? E quanta pubblicità gratuita possiamo fare? Quanto lavoro gratis possiamo donare? Quanti banner possiamo pubblicare?

La beneficenza commerciale che mi piace? Quella delle aziende che slegano la beneficenza dal numero di vendite, o slegano la beneficenza dall’obbligo di comprare prodotti. Non faccio nomi per non essere di parte, ma penso alle gift card o ai meccanismi in cui tu vai in negozio, compri o non compri, ma puoi acquistare una card di beneficenza anche a un costo minimo, e lo sai tu, lo sa la azienda, lo sa la onlus… ma la responsabilità di estendere questa comunicazione non spetta a te che hai effettivamente contribuito, ma all’azienda che si accolla gli oneri di pubblicizzare l’iniziativa, senza togliere budget alle donazioni.

Esattamente il contrario di ciò che succede in alcune aziende, dove tu compri un prodotto e 1eur di quell’acquisto viene dato in beneficenza. Fare i buoni dicendo ‘comprate milioni dei miei prodotti così faccio beneficenza’ assomiglia a un ricatto psicologico. Non sarebbe meglio che io ti scegliessi perchè ti considero virtuoso, se tu dichiari sin da subito che darai 1 milione di eur in beneficenza, indipendentemente da quante vendite farai?
Negli USA anche gli show di beneficenza sono differenti da noi: non solo i cantanti e gli attori partecipano gratis, ma pagano per partecipare.

La beneficenza fatta con i soldi degli altri, è comunque sempre beneficenza? Va bene lo stesso? O c’è un modo di regolamentare una virtù che sta rasentando il business?

 

18 commenti su “Facciamo beneficenza… con i soldi degli altri”

  1. Sai che il tema, in tutte le sue sfaccettature, mi interessa molto, perché lavoro in una onlus e uno degli aspetti del mio lavoro è proprio trovare i soldi per sfangare il budget ogni mese. Per ora ti dico che concordo su molto di quel che scrivi, ma purtroppo ora devo schizzare a una riunione fuori ufficio. Cerco di ripassare nel tardo pomeriggio/serata.

  2. giusto tutto quello che hai detto..io i banner delle onlus li ho sistemati in una pagina che ho chiamato “associazioni”.. e sorvolo sulle richieste che mi vengono da agenzie.(e su questo la penso come te). Infatti le associazioni della suddetta pagina sono quasi tutte “piccole”.(autismo,dislessia,adhd,sma..e via dicendo), insomma gente che ha budget ristretti per la pubblicità.

      • Io sarò fortunata? Mai ricevuto email da una onlus, quindi nella pratica non so come mi regolerei però “a naso” mi piacerebbero iniziative intelligenti e su quelle credo che potrei fare un post (il banner fisso ne dubito ma dipende dall’idea e dalla onlus).
        Insomma sono confusa 🙂

        • alessia, anche io… mai ricevuto richieste! il bello di mommit è che così possiamo farci un’opinione e non essere prese alla sprovvista da eventuali richieste! io ingenuamente non mi ero nemmeno immaginata questi problemi!

      • diciamo che alla fine fossi in te cestinerei le mail e sceglierei io se dare o noil mio spazio a qualcuno..magari 2 0 tre associazioni che hai vissuto..appoggio un paio sulle malttie del sangue perchè ne ho avuto bisogno e ho avuto la dimostrazione pratica della loro infinita utilità, altre perchè amiche ne hanno avuto bisogno..asarà un pò da iena ma è la mia politica..

  3. ovvio che non si può dar spazio a tutti, come non si può donare a tutti. Io penso che si debba selezionare la/e associazione/i che ci sembrano più serie e utili, così come le iniziative che ci sembrano più giuste e seguire quelle…altrimenti non se ne esce

  4. Dal momento che io non lavoro col blog, do spazio solo alle cause che “sento” davvero. Il resto lo ignoro, partendo dal presupposto che visibilità e gradimento non sono i miei principali problemi.
    Capisco che per un blog professionale sia un discorso completamente diverso.

    • io in questo caso dico che anche per un blog professionale potrebbe essere esattamente la stessa cosa, dare spazio alle richieste che si “sentono” davvero in campo “no profit” mi sembra il modo migliore per approcciare il problema 🙂

      • nel momento in cui la pubblicazione di banner ecc. è richiesta come beneficenza credo anche io che non ci sia differenza tra blog professionali o meno. tu onlus mi chiedi di pubblicizzare una tua iniziativa o il tuo lavoro; io blogger mi informo, valuto, decido… in base alle mie convinzioni ai miei valori ecc.
        ovviamente desterebbe anche in me grossi dubbi la richiesta fatta tramite agenzie&co. ecco, in quel caso io non so se pubblicherei gratis…
        comunque ripeto che non ho mai ricevuto richieste da nessuno quindi tutti questi post mi servono per farmi un’opinione, e ringrazio barbara perchè porta alla luce problematiche che io -povera ingenua- non immaginavo nemmeno esistessero!

      • alessia concordo con te, visto e considerato che non si può sostenere tutto per una questione di tempo, di spazio e di idee allora e meglio scegliere ciò in cui si crede

    • anche io la penso come te. noi abbiamo appoggiato la campagna di sensibilizzazione verso la prevenzione dei tumori mammari, ma accompagnandola ad un post in cui si spiegava come eseguire l’autopalpazione e due note tecniche sul programma Serena nella nostra regione. Il banner fine a se stesso, che rimanda alla lega tumori no, non ci andava.

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