Negli ultimi mesi si è intensificato il numero di offerte di ‘collaborazione’ gratuite, nella mia casella di posta. Tra queste, il cosiddetto scambio di visibilità, che viene proposto sotto forma di scambio di link o richiesta di articoli non retribuiti. Voi cosa rispondete?
Scambio di link: trovo che sia un’operazione molto datata, che mi ricorda molto il marketing degli anni ’80. Ho sempre pensato che i link non siano una merce da scambiare, ma qualcosa da regalare. Personalmente non ho mai accettato proposte di questo tipo: ho sempre linkato gli altri blog molto volentieri, senza badare alla reciprocità. Un link è democratico: se ti fa piacere lo metti, se non ti fa piacere non lo metti. Obbligare gli altri a linkarci non è un po’ sgradevole, a livello di Netiquette?
Articoli non retribuiti: non mi è mai capitato, ma non metto limiti alla Provvidenza. Forse se ne valesse la pena, potrei considerare un articolo non retribuito al pari di uno stage aziendale: una sorta di palestra per aumentare la propria visibilità e iniziare ad avere un portfolio di tutto rispetto. Ma non credo che sarei disposta a scrivere regolarmente gratis per qualcun altro: un conto è un guestpost, un conto è un impegno di tipo lavorativo senza corrispettivo. Devo dire che la faccia tosta mi ha sempre portato fortuna: dal primo giorno ho sempre avuto un mio tariffario, anche quando non mi si filava nessuno 😉
Voi che ne pensate? Quando vi è successo di accettare, che limiti vi siete imposte?
Guestpost: mi sembrano più democratici. Innanzitutto perchè i guestpost non si chiedono, ma si offrono: cambia dunque la prospettiva. Sono io che scrivo a te offrendoti un mio articolo, e non tu che me lo domandi gratis. L’articolo resta mio, io non ti cedo i diritti d’autore, ma semplicemente ti presto un articolo non inedito, che potrò ripubblicare ovunque. Tu ne ottieni un articolo gratis, io ne ottengo visibilità. E soprattutto decido io come, quando e perchè.
Come scegliere i progetti? Io mi baso sempre su dati ‘scientifici’. I numeri, insomma.
Se mi propongono di scrivere un guestpost o di collaborare gratuitamente con un portale, trovo sia più saggio sceglierne uno che abbia una visibilità maggiore della mia.
Perchè? Perchè il tempo è poco, e di stage non retribuito posso farne solo uno alla volta. Quindi deve essere un’occasione da valorizzare al meglio.
Se vi trovate nella stessa situazione, potete valutare questi parametri:
– Page Rank di Google: il parametro più semplice da valutare, anche se il meno importante, allo stato attuale delle cose: Google non aggiorna il PR da alcuni mesi, e a quanto pare potrebbe anche abbandonare questo metro di valutazione. In ogni caso, molto meglio scegliere partner con PR superiore o uguale 4… o superiore al proprio. Per visualizzarlo, installate la Google Toolbar sul vostro browser: ogni volta che aprirete un sito, potrete vedere il suo PR e altre informazioni;
– TR Alexa: uno strumento molto valido è il traffic rank di Alexa, che dice la posizione di un sito in Italia e nel mondo. Più il numero è basso, meglio è posizionato un sito. Per esempio, un TR Alexa di 500 in Italia, significa che il sito è il sito numero 500 in Italia; un TR di 1.578.222, sigifica che è il sito numero 1.578.222 in Italia, e così via… Installate la toolbar Alexa per vedere il PR dei siti che visitate;
– AD Planner: lo strumento per eccellenza che vi dice i dati di un sito, ovvero le sue pageviews, i suoi utenti unici, i visitatori totali, ecc… I siti al di sotto delle 100mila pageviews/mese non sono evidenziati, e questo è un indizio importante da combinare con i rank di cui sopra. Link: https://www.google.com/adplanner/
Il parametro non numerico: l’influenza. C’è un altro parametro importante, che non si può valutare. Quanto è importante quel progetto? Quanto è importante per voi? Quanto è autorevole chi scrive?
Solitamente i siti di grandi scrittori o scienziati hanno un centesimo delle visite degli altri blog, ma ciò non significa che siano meno importanti. Se la Montalcini vi chiedesse un guestpost, voi non accettereste? Io sì, ammesso che le interessi il pannolenci! 😀
Voi quali parametri usate? Come scegliete i vostri ‘stage gratuiti’? Li considerate utili?
Mi è stato offerto di scrivere per grosse testate online… in cambio di …visibilità. Io lo chiamerei sfruttamento.
Non saprei, Marcella, credo dipenda dalla testata: io per il Corriere scriverei volentieri anche gratis 😉
C’è anche da dire che Milano per Bambini non mi sembra necessiti di visibilità, no?
io no Barbara, proprio perchè è il Corriere. Se si comporta come siti online di bassa lega si commenta da sola una proposta del genere. Altrimenti qui si ritorna al discorso ‘lavoro gratuito’, che vale per tutti i nomi, a cominciare da quelli grandi, che ti sfruttano usando come arma contro di te il loro potere, invece di comportarsi, almeno loro, professionalmente.
Hai ragione Francesca: il mio esempio non era affatto calzante. Questo tipo di portale/giornale DEVE retribuire il lavoro. Ma se fosse una onlus? Un progetto a cui tu tieni particolarmente?
Io non l’ho mai fatto, ma non lo escludo a priori…
non pensi che il lavoro vada sempre retribuito?
Il mio lavoro sì, assolutamente! ahhaaa 😀
Scherzi a parte: io non ho mai lavorato gratis, nemmeno all’inizio. Non escludo di farlo per un progetto davvero importante, un giorno, ma non è ancora capitato.
Però non me la sento di dire che sia sbagliato concettualmente: per esempio su MF alcune persone pubblicano i propri guestpost, e io li ospito volentieri. Molte creative, grazie a questo, hanno venduto i propri manufatti a moltissima gente. In questo caso, io mi limito a pubblicare quello che mi viene inviato. Se invece mi interessa un progetto particolare, allora lo retribuisco. Certo, un solo post non è un lavoro.
Scrivere 10, 20, 50 post è un lavoro. In quel caso, io voterei NO, ma sempre in via del tutto personale…
A mio avviso dipende se si ragiona come professionisti o come impresa. Sicuramente il lavoro dei professionisti va retribuito, ma quando fai un accordo per esempio tra due siti (il tuo e quello per esempio di una rivista) a mio avviso non c’è niente di male nel “pagamento in visibilità”: lo fanno anche i grandi enti tra di loro, è una forma snella e altamente efficiente di promozione, tra l’altro molto più sensata degli spazi pubblicitari. Quando lavoravo in azienda investivo parecchie risorse umane in questo senso, con ottimi risultati.
Mi sta bene, ma qual è il limite? Un articolo? Due? Cinquanta?
Io non credo sarei disposta a scrivere ogni settimana in cambio di visibilità… potrei farlo una tantum. E’ sbagliato?
E’ giustissimo!
io sono caduta in tanti tranelli, e grazie barbara per gli strumenti che hai linkato.
Il punto è questo.
Anche quando lo fai per la visibilità, bisogna stare attente al ritorno.
L’ultima chicca che ho fatto è stato xxx
loro hanno avutoo un mio post,”vantando” un milione di visitatori (dubito..)e, guardando le mie statistiche del blog le visite che vengono da lì sono due in 15 gg.
Oltretutto si sono comportati malissimo, sono stata una delle prime a cui hanno mandato la mail e una delle ultime di cui hanno inserito biografia e link.Probabilmente il blog non l’avevano neanche letto.
Sarebbe bastato vedere “2 posto wikio classifica top blog disabilità” per capire che sul mio blog di risate se ne fanno poche..
Ecco le cose che mi fanno incxxare, quando ti chiedono qualcosa senza neanche averti letto.
per quanto riguarda le onlus, io credo che ci siano dei limiti.
Immaginate me, ho collaborato con famiglie sma e il l’associazione immunodeficienze primitive siciliane, e queste due in qualche modo ne hanno avuto profitto.
Ma immaginate di doversi caricare tutte le giornate dedicate alle malattie, alla violenza sulla donna, al cancro, all’amiloidosi, alla fibrosi cistica..365 gg l’anno l’anno sono pochi..
Scusami, ho tolto il nome del portale. Comunque non ti hanno detto una bugia: hanno 2milioni e mezzo di pageviews/mese. Forse non hanno messo il post in una zona ben visibile, o forse non hanno studiato bene il target..
propenderei per la seconda…e cioè non hanno neanche guardato il blog 🙂
il che mi fa arrabbiare, se consideri che la mail iniziava “abbiamo visto il tuo blog, e ci piace..”.
veramente così tante visite? perchè se ho capito chi sono ho ricevuto anch’io la mail forse un paio di mesi fa ma poi ho fatto la coatta, nel senso che, anche se non vedevo di cattivo occhio quello che mi chiedevano, ho pensato che io lì dentro non c’entravo niente e che l’iniziativa non mi diceva niente…così, è stata un scelta d’istinto. non ero convinta e nonostante i milioni di visitatori (loro, eh :D) ho pensato che io non devo essere per forza dappertutto. bè, vabbè, mammadifretta, non credo che ti devi incavolare se poi non c’è stato un ritorno. se ti è piaciuto quello che facevi va bene così, o no?
non mi lamento perchè non c’e ritorno, ma solo perchè non mi puoi chiedere una cosa e poi quasi cestinarmi.Da quando ho mandato il post a quando lo anno pubblicato sono passati mesi, e poi vengo a sapere che una blogger contattata la mattina ha avuto il post e il link pubblicato la sera e in posizione più visibbile del mio…se non ti piaccio non me lo chiedi per fare numero X). Polly hai fatto la cosa giusta..lì dove ci hanno messo la visibilità è minima.
Ehm, sui ritardi io non mi pronuncio. io sono SEMPRE in ritardo di almeno un mese!
ho scritto visibbile con due b!!!!barbara lo so..per il giveaway di macrovideo mi hai fatto penare…se ti sono aumentate le visite in quel periodo eo io che guardavo un migliaio di volte al giorno! 🙂
Credo che qui la parola chiave sia “lavoro”. Se scrivere post si configura come un lavoro, il ragionamento di essere retribuiti non fa una piega. Lo è quando chi li scrive ha scelto di usare il blog come forma professionale e non solo come diario personale, forma di attivismo, etc. Lo è comunque quando numero dei post, contenuti, scadenze sono direttamente finalizzati al progetto lavorativo di qualcun altro. Non trovo invece nulla da eccepire anche nel chiedere guestpost, se viene fatto in modo trasparente, aperto e motivato. Chiedere è lecito, poi se il blogger ritiene opportuno rifiutare rifiuta. “Visibilità” anche è una parola che ha accezioni diverse. Nel mio caso, non cerco visibilità: il mio blog non è un lavoro. Cerco socialità, cerco occasioni di sperimentare la mia scrittura e le mie competenze, cerco conoscenze interessanti. Non la chiamerei visibilità. Ma certo questi elementi concorrono nella mia decisione di aderire o meno a un’iniziativa o di rispondere positivamente o no a una proposta specifica, che può implicare anche l’uso del mio tempo e delle mie competenze.
Ecco, il termine ‘scadenze’ secondo me è anche molto importante. La volontarietà non dovrebbe avere carattere di urgenza… che ne dici?
Certo!
sicuramente.
Però ci hai scritto un guestpost in due ore, Peri! 😉
Ma è stata una mia scelta. Se me lo chiedevate voi, vi avrei fatto una pernacchia (cioè, magari no. ma questo non fa testo).
Dici bene, Barbara, lo scambio di link è roba da archeologia di internet, quando i siti si contavano sulle dita di una mano e ci si aiutava a vicenda.
Anche le collaborazioni in cambio di visibilità non hanno senso in epoca di frammentazione immensa dell’informazione, se i siti/blog sono miliardi, un mio articolo si perde come un granello di sabbia nell’oceano. Altro discorso è se sono proprio agli inizi, ho vent’anni e allora mi serve fare esperienza nella scrittura sul web, per prendere le misure, capire come funziona. allora in questo caso è una palestra e va bene.
ma secondo me bisogna chiedersi sempre: ‘che cosa c’è dietro questa offerta? non è per caso che chi mi offre la collaborazione ha solo bisogno di manovalanza gratis e io sono semplicemente uno strumento?’
Mi hai fatto venire in mente una cosa importante, e ti ringrazio. Per i giovani: chi vuole diventare pubblicista e scrive per una testata giornalistica online, deve farsi retribuire gli articoli. La richiesta per diventare pubblicista va corredata da una ritenuta d’acconto o una fattura realmente pagata.
apro una parentesi. se non è cambiato nulla recentemente, per fare i pubblicisti in emilia romagna, c’è anche il requisito qualitativo! ovvero, non solo tot articoli pubblicati, non solo due anni (mi pare) di collaborazione con testate, ma anche un minimo “incassato” ogni anno. per dire, se si scrivono articoli per tre, dieci, quindici euro (nella mia modesta esperienza questo è quello che all’incirca pagano un articolo di cronaca), allora per diventare pubblicisti ne dobbiamo scrivere tanti all’anno!
Eco: http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/tabella-iscrizioni-pubblicisti-ordini-regionali
ci deve essere un errore. io ricordavo che l’odg dell’e.r. voleva un minimo di 1000 euro all’anno (ma con certificazione del direttore responsabile della rivista, non pubblicazioni generiche in siti o “periodici” non registrati!), mentre nel tuo link parla di 1000 euro al biennio.
http://www.odg.bo.it/
(click su segreteria)
E’ vero, sul sito ufficiale è 1000eur l’anno lordi.
sante parole, mi fate un corso per imparare a vendermi? Sono un disastro 🙁
mi aggego ad alessia e almeno tu hai la tua creatività da vendere! io nemmeno quella :-S vabbè mi dimetto ancora prima di afrmi assumere
io scrivo per una testata giornalistica settoriale(nursing) , il rientro è in termini di pubblicazioni , nel senso che sono articoli di ricerca (strettamente tecnici riguardo il nursing di rianimazione) e quindi fanno curriculum, ilche è essenziale se voglio lavorare in strutture valide, e questo per me vale oro.
Grazie per questo commento: in effetti non avevo pensato che in termini di ricerca fosse utile per il cv. Grazie!
di nulla…ame la proposta il mio correlatore, che è il curatore del sito e della rivista, E’ stata lei a dirmi tuttii vantaggi…
Io invece ho una facciadichiulo che potrei vendere facciadichiulo a chili, guarda LOL
allora mi devi prendere come “discepola” daiiiii (mica scherzo eh!)
io sono un’imbranata totale… barbara facci un corso!
ovviamente a pagamento e con fattura 😀
Barbara ora sembra preparata ma sono settimane che voglio scriverti una mail proprio su questo!
Sto maturando un progetto… ormai sono alcuni mesi che lo dico. Se tutto va bene, a Settembre lo tiro fuori dal cilindro.
aspettiamo 😀
…con ansia!
anche iooooo
oddio, fino a settembre? tu mi farai morire dalla curiosità 😀
Ma se vuoi te lo dico prima! 😉
dimmeloooooooooooooo
poiche non ho letto tutti i commenti, scusami se faccio una domanda doppia, ma ho il bimbo ammalato e non sono riuscita a seguire tutto, ma il page rank su cosa si basa? ad es io ho il blog da soli 4 mesi, come fa a valutare una posizione??
Il PR di Google? E’ un algoritmo sconosciuto, ma si basa su alcuni calcoli che dipendono dal numero di visite, forse dai commenti, sicuramente dai link in entrata…
Link: http://www.googlerank.it/Guide_SEO/Fattori_Ranking_Esterni/Page-Rank_Base_teorica.asp
grazie mille barbara, un altra cosa sai ogni quanto aggiornano?
Non lo aggiornano più da mesi, ormai… credo che lo abbiano aggiornato almeno 6 mesi fa. Non si sa, comunque: è tutta un po’ segreta, la cosa.
si stavo leggendo però che strana sta cosa della segretezza 😀
lo hanno aggiornaato a gennaio barbara, avevo guardato a dicembre e stavo a zer, a gennaio è venuto fuori un bel 4( ed in effetticirca il 25% delle mie visite viene dal motore di ricerca)
ammappete, da 0 a 4 è un salto quasi incredibile, complimenti 🙂
E’ molto importante, invece, che questi algoritmi restino segreti: se venissero utilizzati da persone prive di scrupoli, si rovinerebbe l’efficacia del motore di ricerca. Lo scopo di Google è far emergere i contenuti di qualità. Se si aggirasse tutto questo elaborando degli script che alterano l’algoritmo, emergerebbero siti illeciti, o inaffidabili o con scopi magari non nobili.
Io sono un’ammiratrice fortissima del team Google, e anche della loro filosofia: mi piacciono molto!
ecco spiegato in questi termini assume un altra ottica, io , da ignorante, non ci avevo nemmeno pensato
infatti si era capito che google dava importanza ai link esterni, ed è per questo che è nato lo scambio link.
Ora si è anche capito che google fa dei controlli incriociati e lo scambiolink non viene considerato.
Dolenti note, dolenti note!
Io ricevo di tutto e sono tutte richieste “AGGRATIS” o quasi!
Le richieste che mi fanno incazzare di più sono quelle delle aziende o delle testate giornalistiche cartacee NAZIONALI che vogliono articoli con spiegazioni e foto in cambio di visibilità o al massimo ti offrono un abbonamento, e io ai miei figli che gli do’, l’abbonamento da mangiare??? Purtroppo non sono brava a vendermi, anzi sono un disastro! Sto cercando di farmi furba ma non è facile.
Mi sta succedendo proprio adesso è ho deciso che per questa volta farò 2 massimo 3 articoli e poi chiederò il compenso secondo i tariffari minimi per articoli e foto.
Per il futuro chiederò sempre il giusto compenso.
Per quanto riguarda i blog di altre mamme/artiste & c. di solito non chiedo nulla ed amo fare guest post anche con progetti inediti e tante foto, stessa cosa farei per progetti no-profit (ma per ora non mi è mai capitato)
fantastica stà cosa degli abbonamenti :-)))))))))
ma approposito dei tariffari dove si vedono a me hanno proposto per scrivere 3 euro lordi ad articolo è buono?
qui dipende, se è sul web già ti dico che le tariffe di solito sono bassissime ma per quanto ne so non esistono tariffari minimi (Barbara può essere più informata) invece io mi riferivo ai tariffari delle testate di giornali cartacei, e lì c’è un tariffario (che risale al 2006-2007) molto dettagliato con tariffe minime differenziate per tipo di articolo, per tiratura della rivista e anche per le foto.
Alessia, avresti voglia di linkarlo?
certo, ora lo cerco
qui: http://www.odg.bo.it/rubriche/Tariffario2007.pdf
grazie me lo sono salvato ma quando li vedremo mai questi soldi? una mia amica mi ha detto che lei ha preso anche 1 euro per un articolo no dico 1 euro! Preferisco lavorare gratis almeno mi sento che stò afcendo beneficenza!
un euro? ma scherzi? O_o
Beh, se consideri 2eur lordi, direi che ci siamo… Ma secondo me bisognerebbe anche imparare a dire di no.
oh ma io per il cartaceo nazionale chiederò almeno questi prezzi (e parlo di articoli inediti con foto) che sono appunto il minimo…
Per l’online è diverso.
per niente! Ma se il sito è importante mi ha detto che per un articolo inedito con foto inedite prende anche 100 dollari che non è male 😉
scusate eh, mi sto perdendo, ma due euro lordi sono pochi giusto?
Sono ridicoli!
allora la pensiamo allo stesso modo, semre la santa ignoranza che parla ^_^
A me sono arrivate propose di scambi di link per cose che non c’entravano niente con il mio blog, non ho mai accettato e se voglio faccio pubblicità a chi mi piace…o cose ed argomenti che mi interessano, trovo sacrosanto che chi scrive per lavoro venga retribuito..
per gli scambi di link io mi regolo esattamente come te, di solito neppure rispondo oppure allego il mio tariffario professionale per le pubblicità e se invece c’è qualcosa che mi piace davvero lo segnalo senza altre formalità.
Allora c’è stato un breve, brevissimo momento in cui pensavo che la visibilità fosse sufficiente. Soprattutto perché ANCORA non considero il mio blog un “lavoro”… Però il mio blog rientra in un progetto che prima o poi vorrei proprio che diventasse una fonte di guadagno.
E allora? Qual è il limite? Quando la visibilità smette di essere “sufficiente”? E qui mi avvalgo della mia esperienza personale nell’ambiente di lavoro (perché uno dagli errori DEVE imparare, no?). Quando sono entrata nella GRANDE Azienda, avevo poco più di 20 anni. Per me era tutto nuovo ed emozionante… E non mi ponevo il problema di trattenermi qualche ora in più (anche perché al tempo gli straordinari venivano pagati)… Ma quando ho iniziato ad avere una “vita” e cmq non ho avuto più voglia di restare in ufficio fino alle 20 passate, è stato difficilissimo “tornare indietro”… Sono stata anche abbastanza penalizzata per questo… perché ormai i capi “si erano abituati”…
Quindi, a costo di apparire presuntuosa, io sono dell’idea di mettere bene in chiaro che una collaborazione deve essere retribuita.
Poi è chiaro, con i siti “amici” possono subentrare altre dinamiche e quelle si possono valutare di volta in volta.
Più che altro, potrebbe essere “utile” concordare un tariffario di categoria
in effetti penso che il tariffario dei giornalisti e poi magari i tariffari di altre blogger famose potrebbero essere un punto di partenza per stilare un tariffario minimo delle aderenti a Mommit
Io quelle cifre non le ho mai guadagnate… Le mie collaborazioni iniziali erano di 10eur netti per post con progetti non inediti. Ho scritto anche per meno, per esempio 5eur netti, ma solo per UN progetto che mi interessa per altri motivi. Gli articoli sponsorizzati mi sono stati invece valutati tra i 40 e i 60eur a post.
Molti portali pagano 2eur lordi a post di 250 parole. Io su abcmamma (che è un blog con poche visite), quando mi serve, pago 4eur netti a post (post di due paragrafi, meno di 250 parole).
Oggi come oggi, io per un post non inedito (meno di 250 parole) sarei disposta ad accettare dai 10 ai 20eur netti, e per un post inedito con fotografie originali ne chiederei almeno 150.
allora sei tarata più o meno su quello che chiederei io, se me lo dessero 😀
ah sempre fermo-restando che per i blog/progetti che mi interessano e mi piacciono scrivo tranquillamente senza compenso, com’è successo per alcune blogger che sono anche qui 🙂
Presente!! 😀
Dai, secondo me 10eur netti ci possono stare. Sono cifre basse, un giornalista deve chiedere di più. Ma se non investono nemmeno 10eur no, dai…
I prezzi in giro sono quelli. Certo i 10 euro netti/articolo non inedito è il minimo.
mi sono segnata tutto, spero di arrivarci un giorno 😀
Più o meno è lo stesso comportamento che ho adottato io: prima di aprire MF io avevo già una certa esperienza lavorativa, maturata in più di 10 anni di lavoro. Ho pensato, in qualche modo, che la mia gavetta me l’ero già fatta. Mi sono dunque sempre posta come una che non ha paura di chiedere: in fondo le competenze che abbiamo acquisito ‘nella vita di prima’, mica sono da cestinare, no? Ho sempre osato, con una faccia tosta incredibile, chiedere ciò che ritenevo giusto.
Forse è stata solo fortuna, o forse la faccia tosta è servita: sta di fatto che chiedendo, arrivano molti sì. Ma se non si chiede mai, è impossibile che arrivino spontaneamente…
Secondo me scrivere gratis è fattibile, ma solo quando ci si diverte a farlo e quando si crede in un progetto. Se invece scrivete gratis per paura di chiedere, allora no: chiedete! Non bisogna mai svalutarsi per paura di non essere ‘abbastanza’. Non è così!
Scrivere per avere un po’ di visibilità non lo trovo sbagliato, specie se lo fai per crescere anche col tuo blog finchè è una “palestra”, purchè appunto sia qualcosa di non troppo impegnativo, che è utile ad entrambi gli attori.
Sulle tariffe anche io vorrei un po’ di esempi e confronti, ho giusto un accordo in corso 😀
Quanto sono stata latitante da mommit in questi ultimi giorni! E dire che la conversazione mi interessa molto. Però sono stata anche molto latitante dal resto della mia vita, per sovraccarico lavorativo, se può essere una giustificazione!
Rispondo molto sinteticamente:
scambio di link: no grazie, per gli stessi motivi indicati da Barbara.
articoli non retribuiti: una volta sola abbiamo accettato, molto all’inizio, pensando di ricavarne visibilità (erano comunque rimaneggiamenti di articoli già scritti). Dopo poco ci siamo accorte che era del tutto improduttivo e abbiamo smesso presto.
guestpost…. beh, noi ne chiediamo parecchi, senza aspettare che ce li offrano (e Barbara è stata più volte nostra “vittima”). Ma li chiediamo a persone che sappiamo avranno qualcosa da dire sul tema trattato quel mese. E poi siamo viziate: quando chiediamo, ce li scrivono tutti e ce ne scrivono di bellissimi (da Barbara ricordo, per esempio, almeno un pezzo che per me ha fatto la storia di gc).
Ora ospitiamo anche due rubriche “guest”, una di Elisa, il cui commento è proprio qui sopra e un’altra che pubblica oggi il primo post. Abbiamo chiarito fin dall’inizio: per ora non possiamo pagare, offriamo visibilità e comunque il piacere di ospitare. Lo so, non è molto, ma speriamo di poter offrire in futuro anche un’evoluzione.
Comunque per ora ci offrono di scrivere per noi rubriche periodiche (non le due di cui parlavo sopra: quelle le abbiamo chieste noi), quindi vorrà dire che lo spazio da noi è considerato di qualche valore.
Io per voi ho scritto volentieri, e lo rifarei, ma perchè l’argomento era interessante e mi permetteva anche un certo esercizio di stile: mi sono divertita. Però c’è da dire che me lo avete chiesto, ma non mi avete sgridata per averlo scritto un mese dopo! 😉
e ci mancava pure che ti sgridassimo… del resto tu non mi stai sgridando perchè sono qui mentre potrei impiegare questo tempo per fare un altro lavoro per te! 😉
ahhaaaa ma no, dopo le vacanze! sempre dopo! il mio motto è: perchè fare, se puoi procrastinare? 😀
sottoscrivo questo motto. e quindi continuo a leggere anzichp andare a lavare i piatti 🙂
io lavo due piatti e controllo..finirò stasera 🙂
io devo lavorare per Barbara… quindi ora sono autorizzata a procrastinare! E quando lo vede più il lavoro!!! Ahah
hihihi su questo stiamo nella stessa barca
propongo mezz’ora di sospensione simultanea delle attività su mommit, così tutte andiamo a lavare i piatti e poi torniamo, ok? al mio tre… uno, due…
due e mezzo…
ahahah 😀
ttttt…. trrrr… tre!
vado. lavo. torno. non scrivete troppo che poi mi perdo qualcosa… ciao!
L’argomento mi interessa, ma non me la sento di dare un parere, perché per me il blog non è lavoro.
Mi è capitato di accettare iniziative non retribuite e le ho accettate perché mi è sembrato che il mio “compenso” fosse nel fatto di partecipare a un esperimento che poteva farmi capire qualcosa di più della comunicazione 2.0.
Non ho mai fatto nulla per avere visibilità, perché per me il blog è un hobby e niente più. Potrei muovermi diversamente se un domani dovessi avere una pubblicazione tipo Viola da promuovere, ma penso che non mi “abbasserei” mai a compromessi puramente commerciali pur di avere visibilità.
In generale, penso che si debba distinguere tra chi (come me o come la mia omonima Peri) è qui per curiosità e divertimento e chi invece lo fa per mestiere, come Barbara o Wonder. Se io Lanterna accetto di scrivere gratis per una qualsiasi testata, è plausibile che porti via il lavoro a una blogger professionista? C’è così poco margine tra una dilettante come me o una che lo fa di mestiere? Io non credo: chi mi chiede il mio tempo gratis si prende una blogger dilettante, che scrive solo di ciò che le sembra divertente e quando le pare, senza impegno. Ma secondo me sulle collaborazioni minimamente più strutturate la differenza si vede.
A parte il fatto che io non ti definirei mai una dilettante… non credo che si possa ‘portare via il lavoro’ a qualcuno. Certo, se c’è qualcuno che lo fa gratis, potrebbe essere un problema per chi chiede un compenso. Ma forse anche no.
Secondo me nessuno toglie nulla agli altri, sul web, che è tanto grande e ha ancora spazio per tutti.
Secondo me comunque la differenza sta proprio negli intenti, come dici tu: se si chiede qualcosa gratis, si accetta che venga fatto nei modi e nei tempi di chi offre, e non di chi chiede.
si il web è grande e c’è posto per tutti ma anche le persone che leggono sono così tante? se io scrivo gratis non potrei e sottolineo potrei toglierti lettori di cui invece tu hai bisogno perchè devi mantenere il tuo sito che come giustamente hai fatto notare ti porta guadagni ma anche tante spese?
uh bella domanda, nel mio campo si, ci sono tantissime hobbyste che realizzano cosine per diletto e le riviste le sfruttano (offrendo appunto “l’abbonamento” o la visibilità e basta), non pagando invece chi lo fa in modo professionale, spero che in altri campi sia diverso…
E non parlo di web ma ancora di riviste cartacee.
Ecco, hai ragione, non ci avevo pensato! Ma il livello delle hobbyste, sia per il prodotto che per le foto, è professionale?
nel campo delle riviste per hopbbystica purtroppo spesso la differenza tra una professionista e una hobbysta importa..per molte attentissime ai dettagli altre guardano solo lo schemino del maglione o della bavetta a punto croce(mia madre è un’hobbista di prima categorie, vende copertine fatte all’uncinetto principesche a fior di quattrini…maa, ahimeè, a lei delle riviste interessano solo gli schemi…)
dipende, alcune sono bravissime e anche se le foto magari non sono proprio semi-professionali (soprattutto per gli sfondi e le ambientazioni che sono le cose più difficili in questo tipo di foto) sono grandiose lo stesso, però le riviste non ti offrono niente a parte la solita “visibilità”.
Altre sono meno brave e in genere possono sperare nelle riviste a bassa tiratura.
Gran commento che mi sento di sottoscrivere in pieno. Caspita, che interessanti i contributi di tutte!! Bella discussione, bella davvero!!!
la mia esperienza è questa: sono giornalista pubblicista da quando avevo 20 anni e sono 11 anni che scrivo per il web su un noto portale di informazione medico sanitaria. questo è il mio lavoro. poi ho aperto un blog mammesco perchè volevo riportare un po’ di notizie utili sul mondo della salute di mamma e bambino e raccontare (per me stessa principalmente) la mia esperienza di mamma.
Mammanews non è quindi il mio lavoro. però grazie al mio blog sono accadute cose molto molto importanti: ho conosciuto le mamme blogger, sono nate insieme a loro alcuni interessanti progetti (per esempio scrivo due post a settimana su un sito e mi offrono in regalo un servizio del valore di circa 600 euro), ho chiuso un accordo di collaborazione come free lance con un importante portale dedicato alle mamme e ho messo su, insieme con il mio principale cliente, un ambizioso portale di informazione scientifica dedicato alle mamme e ai bambini.
mi resta poco tempo per scrivere sul mio blog personale (lo faccio non più di 2 volte alla settimana) e mai ho accettato uno scambio link (tristino), nè ho scritto gratis in cambio di un prodotto, qualche volta ho scritto post sponsorizzati che mi sono stati pagati anche 60 euro.
non scrivo gratis perchè scrivere è il mio lavoro (indipendentemente dal blog) e l’epoca in cui scrivevo gratis per la gloria è finita da un decennio. Quando scrivo gratis? Quando ricevo in cambio qualcosa che veramente mi interessa o quando scrivo di qualcosa che mi appassiona (ad esempio qualche giorno fa ho, con MOLTA calma 🙂 scritto un guest post per Barbara che lei metterà online con altrettanta calma).
ps scusate la logorra. Mommit mi piace un sacco e ho anche messo il bannerino :-))
anche se non commento mai sono una tua fan silenziosa!
grazie! <3
Secondo me il problema è questo: se io ho un blog senza pubblicità e quindi non ci guadagno niente sono problemi miei, ma se mi si chiede di scrivere qualche cosa per qualcuno questo è lavoro che si deve pagare e forse la visibilità è una moneta un po’ misera. Ma quanto costa scrivere un articolo?
è pur vero che ognuno seleziona le sue “modalità” di pagamento. un blogger può decidere che scrivo solo se mi paghi, un altro che scrivo se in cambio mi offri un servizio che secondo me ne vale la pena (alla fine son sempre soldi) e un altro ancora che scrivo se in cambio mi dai visibilità su un sito noto, con un buon numero di visitatori e alla fine lo sforzo di scrivere (magari rimaneggiando una cosa già scritta quindi con poco sforzo in termini di tempo e lavoro) ne vale la pena. ognuno secglie in base alle proprie esigenze e non possiamo pensare che le aziende la smettano di chiederci un post in cambio di visibilità. dobbiamo essere noi a non farci sfruttare e a fare una personale e attenta valutazione, anche usando gli strumenti che hai giustamente indicato
quanto costa scrivere un articolo? Dipende, secondo me non c’è un costo “reale” ma è un costo in idee, tempo e bravura. Qui anche ci sono da fare dei distinguo perché magari l’articoletto non inedito o anche inedito ma con poche “parole” si scrive in poco tempo e quindi ha un “costo” limitato, poi ci sono articoli più lunghi e anche servizi veri e propri (ad esempio io ricordo quello già citato in cui mammafelice raccontava del regime dei minimi) e poi ci sono gli articoli/servizi che all’interno contengono anche foto e progetti. Questi ultimi sono davvero complessi perchè oltre al testo vero e proprio c’è l’idea (se inedita), la realizzazione, la spiegazione (se contengono anche il tutorial) e le foto.
Io li classifico così e tra il primo che ho descritto e l’ultimo c’è un abisso, quindi anche il loro “costo” finale deve essere molto diverso.
allora riassumo l’idea che mi sono fatta:
1- la visibilità è una moneta di scambio? senza dubbio sì.
2- va valutato se sia una moneta di scambio ADEGUATA al lavoro che ci viene richiesto… non credo ci sia un numero preciso di post che vale la pena di scrivere per la sola visibilità, conta anche la frequenza e se lo facciamo per un solo o per diversi “committenti”. insomma, credo che ognuno debbe ragionare bene prima di accetare o meno, quindi questa discussione è utilissima per farsi un’opinione!
3- penso anche che per coloro che hanno un blog creativo e che vendono i loro prodotti la visibilità possa essere un’ottima possibilità per farsi conoscere, soprattutto all’inizio.
4- ultimo ma non per importanta, io sono fatta come barbara: non riuscirei a incassare nemmeno un euro in nero, ma capisco anche chi dice che sarebbe importante avere un “periodo di prova” per sondare il terreno… ecco, secondo me scrivere in cambio di visibilità può essere un modo per capire se i nostri contenuti e il nostro modo di scrivere piace o meno. non è certo garanzia si (in)successo, ma può essere una prima “cartina di tornasole”… ovviamente sta all’intelligenza di ognuno scegliere per chi scrivere! va da sè che scrivere per un blog che ha poco pubblico o un pubblico lontano dai miei prodotti non è molto producente!