Autoregolamentazione: Post sponsorizzati

Questa è una delle parti più difficili, almeno per me…
Ho cercato di prevedere varie ipotesi, ma non so se ci sono riuscita. A voi la parola: sono bene accette le vostre considerazioni su un argomento così delicato.

Mi è parso di capire, dai post precedenti, che non c’è contrarietà generale rispetto ai post sponsorizzati, purchè siano segnalati come tali sin da subito, prima che l’utente inizi a leggere il post. Questo per evitare di scambiarlo per un parere personale, e accorgersi a fine articolo di avere letto un post pubblicitario. Che ne pensate?

Post Sponsorizzati

Presenza pubblicitaria sotto forma di Post Sponsorizzati 01
Questo è un blog AD-free: non sono dunque presenti informazioni pubblicitarie, nè è prevista la possibilità di pubblicare post sponsorizzati. Ogni opinione su prodotti e/o aziende presente sui post di questo blog si declina a titolo puramente personale, e può avvenire in forma di opinione non commerciale, senza alcuna retribuzione e senza accordi di collaborazione con l’azienda.
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Presenza pubblicitaria sotto forma di Post Sponsorizzati 02
Su questo blog è prevista la possibilità di pubblicare post sponsorizzati derivanti da collaborazioni con aziende, centri media o agenzie di comunicazione. I post sponsorizzati si declinano a tutti gli effetti come messaggi promozionali, e pertanto verranno accuratamente segnalati ai lettori, per fare in modo che la pubblicità non sia mai mascherata da articolo o recensione:
– i Post Sponsorizzati verranno catalogati all’interno del (tag o categoria) denominato ‘Post Sponsorizzati’;
– i Post Sponsorizzati saranno contrassegnati, ad inizio post, dalla frase [post sponsorizzato], in modo che il lettore possa capire immediatamente che il contenuto in lettura è scritto a fini pubblicitari.

02a. I Post Sponsorizzati possono essere scritti a seguito dell’invio di un prodotto omaggio da testare. Il cliente accetta che il prodotto omaggio non venga restituito. Il cliente accetta se ne parli bene o male o affatto: in nessun caso il proprietario del blog ha il dovere di pubblicizzare un prodotto che non ha gradito.

02b. I Post Sponsorizzati vanno retribuiti secondo le tariffe di mercato, indipendentemente dall’invio del prodotto omaggio. Il cliente accetta se ne parli bene o male o affatto: in nessun caso il proprietario del blog ha il dovere di pubblicizzare un prodotto che non ha gradito. Per informazioni sui costi, scrivere a…

82 commenti su “Autoregolamentazione: Post sponsorizzati”

  1. Tra le varie forme di collaborazione con le aziende, il post sponsorizzato è una cosa che a me proprio non riesce. Però non mi disturba leggerne sui blog altrui, purché chiaramente segnalati.

    Il tuo post mi sembra molto ben fatto e completo, come al solito 😉

  2. mi piace molto la 1! quando vorrei parlare di qualcosa che mi piace ho sempre paura che qualcuno senta odore di pubblicità occulta!
    anche in questo caso però non me la sento di essere così perentoria con chi ti scrive per proporre un post sponsorizzato: dietro agli “spammer” ci sono delle persone (a volte anche no) e io in genere rispondo gentilmente che no, non scrivo post sponsorizzati e non faccio give away.

  3. non è la polizia postale: segnalo un comportamento scorretto alla mia “associazione di categoria”. dal pdv legale a lui non cambia nulla, ci perde solo la faccia visto che c’è un logo grosso come una casa che dice di non scocciare. Anche sul telemarketing adesso c’è la possibilità di iscriversi al registro dei contro 😉 Troppo? 😀

    • che poi io banfo, banfo, ma alla fine non faccio mai un tubo. Per cui non è detto che si segnali, ma lamno funge da spauracchio. Altrimenti uno spammer ci prova: cos’ha da perdere? Al max gli arriva un due di picche..

  4. scusa, non ho capito bene lo 02b, ma forse sono io che sono tarda:
    caso 1) poniamo che il cliente X mi contatti per un articolo sponsorizzato, io accetto dietro pagamento di testare il prodotto e parlarne, ma poi il prodotto non mi piace e non voglio recensirlo. in questo caso il cliente non paga, giusto?
    perché detta così lì per lì sembra quasi che io i soldi me li prendo per il disturbo, ma poi sono libera di non parlarne affatto.

    caso 2) il cliente mi paga per parlare del suo prodotto, ma senza invio di prodotto. io sono tenuta ad avvisarlo che ne parlerò male? come mi tutelo dall’accusa di diffamazione? e poi lui non potrebbe dire qualcosa tipo: ma come, ti pago per parlarne e tu mi dai questo servizio?

    è solo per cercare di mettere paletti chiari sin da subito, eh! 🙂

    • eh, infatti hai ragione, pure io ho gli stessi dubbi. propongo: forse si potrebbe dire che in caso di omaggio, se non mi piace, non sono tenuta a scrivere l’articolo se il prodotto mi fa schifo… ma a questo punto non dovrei restituire l’omaggio?
      in caso di pagamento in denaro, in effetti l’articolo va scritto: al massimo sarà una sorta di redazionale, se l’omaggio non mi è piaciuto.
      ho aggiunto la possibilità di parlarne male perche negli USA i blogger ultrafamosi lo fanno. ma in effetti noi non siamo così ultrafamosi, non so… magari se ne parla comunque bene (o in modo asettico) e poi alla fine del post si introducono i consigli personali?
      non so, è tutto da studiare…

      • c’è chi è per il partito “che ne palino bene o che ne parlino male, purché se ne parli”, e in parte è una verità, ma non credo che sia la regola, specialmente da noi in Italia, posizioni nette in questo senso credo siano controproducenti.

        Potrebbe essere così:

        CASO 1 (con spedizione di campione da testare)

        se mi piace ne parlo bene, e tu mi paghi
        se non mi piace te lo dico in separata sede, e ti avviso che cercherò di esaltare i pregi ma che non mancherò di segnalare i difetti, poi tu scegli se pubblicare o no la recensione (ma mi paghi lo stesso)
        non mi piace per niente: mi tengo l’omaggio fino a una soglia di 50 euro di valore, ti rendo l’omaggio con spese di spedizione a tuo carico in caso di valore superiore

        CASO 2 (senza campione da testare)

        credo che il tuo prodotto mi piaccia: tu mi dai i testi e io li copincollo, una volta stabiliti nr. di caratteri e di immagini, e tu mi paghi.
        credo che il tuo prodotto mi piaccia: tu mi dai i testi, ma io li personalizzo a mio piacimento e tu te li fai stare bene. Io per contro cercherò di metterti in buona luce, e tu mi paghi.
        credo che il tuo prodotto non mi piaccia: non ti faccio pubblicità.

  5. Io credo che la gentilezza con cui ci si interfaccia (da AD-free) con chi ci contatta (spam) sia inversamente proporzionale al numero di volte in cui ti prendono in giro. All’inizio si è gentilissimi, poi gentili, poi diretti, poi recisi. Ora mi sta venendo voglia di scrivere nell’header: Nati ADfree per Delinquere 2011, ma temo non basti, vista la questione delle banche dati di cui parlava Barbara nei post precedenti.

    Sono felice che ti sia servita da spunto la nostra bozza di ieri.

    In merito al “potere” di MOMMIT, credo che chi ci contatta per avere visibilità e pubblicità veda di pessimo occhio essere messo alla berlina su MOMMIT o su altri network che sono molto letti proprio dal target di consumo… molto meglio che qualsiasi babau legale!

    • L’unica cosa che non mi convince è che su Mommit si mettano alla berlina le aziende o le email… più che altro per problemi di diffamazione&co. Come funziona?
      Nestore proponeva una mailing list: chi inserisce il bollino sul blog, può rpartecipare a una mailing list che diventa una sorta di gruppo di discussione ‘privato’, in cui possiamo scambiarci segnalazioni o violazioni… mi sembrava più rispettoso per la privacy.
      Più che altro perchè, se si tratta di aziende grandi, ci possono uccidere: basta un avvocatone a metterci tutte in ginocchio. Cercherei un modo per ottenere il risultato senza guai giudiziari (ogni riferimento è puramente casuale 😉 ).
      Per esempio: se l’azienda venisse segnalata nella ns mailing list, e poi come ‘mommit’ si scrivesse una risposta firmata da tutti gli aderenti? Non so, l’ho buttata lì… sarà fattibile? Sarà giusto?
      Questo è un articolo MOLTO complicato 😉

      • in effetti il senso della mia risposta non era: pubblichiamo una lista nera degli spammer, ma era un passaparola privato, che per me è ancora peggio. Per quello dicevo che di legale non si infrangeva nulla. Quindi come si potrebbe dire in maniera più decorosa?

      • Con mettere alla berlina non intendevo “sputtanare pubblicamente”, son io che mi sono espressa male. Intendevo che le reti blogging (cosa che già avviene nei post, mica invento nulla…) potrebbero passarsi parola PRIVATAMENTE in merito alla scortesia/scorrettezza/insistenza degli sponsor e questo lo si potrebbe far intendere agli sponsor… La rete MOMMIT (o altre genericamente, se non vorrai che la citiamo) è un grande imbuto in cui si convogliano pareri, non grane. Mica son scema che se non voglio pubblicità io rovino il campo a voi!!!! Ahò… ADfree ma con cervello…

        • sisi ma non lo mettevo in dubbio;)
          allora, facciamo un’ipotesi: ditta depannolinis ti contatta per una recensione gratuita, perchè ha letto il tuo blog che ‘le piace tanto’. come struttureresti la cosa?
          perchè in effetti pensavo che magari a un’altra blogger la collaborazione con la depannolinis sta bene. ma forse non ti riferisci a questo, vero?
          forse più del tipo che ti mandano una richiesta assurda o con insistenza? però dobbiamo avere la correttezza di non fowardare la loro email nemmeno in una mailing list: in ogni caso le email sono private e non si possono girare ad altri senza il consenso della persona. d’altra parte, penso che non ci sia niente di male a chiedere: anche a voi è arrivata una richiesta dalla depannolinis? voi come vi comportate? però dobbiamo essere molto brave e molto morigerate, anche tra di noi, e non diventare un covo di serpi (io lo sono già, una serpe, vi posso plagiare! ahhaaa). altro dubbio: non è che però, se io per esempio dico che non accetto la depannolinis, poi rischio di influenzare le altre persone? c’è il rischio di un blocco ‘di cartello’?
          ho fatto molte domande perchè non ho una risposta: sto cercando di farmi venire in mente tutti i dubbi possibili e immaginabili… anche perchè in effetti Mommit racchiude tante blogger differenti, e forse il ‘problema’ è questo?

          • intanto da parte mia ti dico che se sono ad free NON voglio ricevere proposte di quel genere. Se ne vorrò in futuro, esporrò diversa dicitura. se invece sono una blogger che per ora è adfree ma è pronta a cambiare idea è un altro paio di maniche, magari non 01 ma 01.1 non so.
            Se nella cassetta della posta non voglio che mettano depliant, non li devono mettere! Al mio vicino però magari fanno comodo.. Quindi magari chiarire alle aziende che all’interno del “progetto mommit” ci sono le diverse correnti e se vogliono inviare consigli per gli acquisti, questi saranno ben accetti da altri blogger della stessa rete.. Noi abbiamo sempre risposto alle aziende, ed in maniera cortese. Le ultime erano con format uguali: “Gentili a pensare a noi, ma siamo adfree, pertanto non siamo interessate e per correttezza nei confronti di altre aziende che ci hanno proposto bla bla, preferiamo non collaborare. Sicure della Vostra comprensione.. bla bla”

          • ok, facciamo che togliere MOMMIT come menzione, così non inguaiamo nessuno (mi sembra lecito): per esprimere il nostro poco piacere ad avere sponsor non è fondamentale.

            se poi vorremo interrogarci collegialmente su depannolis lo faremo eventualmente in altre sedi.

            per quanto riguarda il “cartello”, beh, quello si fa già coi post: se un prodotto fa schifo, lo dico nel blog apertamente e la gente lo legge, non vedo che male ci sia se qualcuno legge le mie osservazioni e ne fa uso (io ho trovato utilissime le osservazioni di altre blogger, che ad esempio mi dicevano che gli sbiancanti ottici di alcuni famosi detersivi potevano essere la causa della tremenda allergia di mio figlio – le ringrazio ancora ora e spero che di cartelli così ce ne siano tanti); concordo che ci siano sedi adeguate, come i rispettivi blog e basta in modo da essere espressi come idee personali.

            ci sarebbe da ragionare sul fatto che chi “fa cartello” influenza anche il mercato e magari chi fa pubblicità capisce le esigenze di chi acquista… o sto sognando???

  6. Per me sono ottime soluzioni.
    I post sponsorizzati non mi piacciono molto, anzi per nulla.
    Preferisco la pubblicità diretta.
    Forse dovremmo fare una via di mezzo fra la 1 e la 2 per chi non è Ad-free ma non vuole fare post sponsorizzati.

    • Barbara, mannaggia, una non si può assentare un attimo per partorire che si ritrova troppissimi post interessanti da recuperare :D! Tra una poppata e l’altra ci sono anch’io, eh?
      A me le alternative che proponi sembrano ottime, nella prima eliminerei la minaccia “segnalazione” per le ragioni che hai ricordato, nessuno poi impedisce di confrontarsi in privata sede, è sufficiente dire che il messaggio sarà considerato spam.
      Ehm, scusa l’ignoranza ma cosa intendi per “cartelle stampa”?

  7. in questi giorni sono un po’ “uccel di bosco” e non riesco a seguire bene questa parte molto importante di mommit, però mi sembra che stiate facendo, ovviamente MF in testa :D, uno splendido lavoro, prometto che appena sono un pochino più tranquilla cerco di leggere tutto compresi i commenti e dico la mia…

  8. genteeeeeeeee!
    piccolalory si è assentata per partorire, ok.
    ma i mi sono assentata una giornata per lavoro (con arrabbiatura annessa, ma questa è un’altra storia) e mi ritrovo cotanta carne al fuoco? ora vado a far la cena, poi vi dico la mia! 😉

  9. Scusate ragazze, secondo me è giusto stilare un regolamento etico attraverso un documento approvato in toto da chi vuole fare parte di Mommit che a me sembra (ripeto) – positivamente – una sorta di associazione. Il mio blog è nuovo dunque questo è un mondo che non conosco. Il problema degli spam sinceramente non mi assilla. Per lavoro, ho sempre “trattato” direttamente con aziende o con agenzie di comunicazione senza necessariamente essere maleducata o drastica. Se a me mandano una cartella stampa o 28, o 150 mi fa piacere. Non è questione di “fanno tutto loro”, è questione che funziona così; “loro” ti danno tutte le informazioni che ritengono opportune, poi, se vuoi, se hai spazio e tempo e se lo ritieni opportuno, puoi decidere di parlarne in un articolo/post oppure no, blog o rivista cartacea che sia. Io sono favorevole agli sponsor (quelli che mi vanno bene, che reputo importanti per me, in base ai miei obiettivi e ai miei progetti). Nel mio blog ci sono due sponsor, anzi uno… (l’altro parte dalla prossima settimana) ma ho sempre scritto e continuerò a scrivere “post sponsorizzato”. Indipendentemente dagli accordi di visibilità, scambio banner, eccetera (che, oltretutto, non è detto debbano per forza non essere a pagamento), è ovvio che se scrivi un articolo o lasci uno spazio nel tuo blog perché venga scritto da qualcuno segnalando in ogni caso che si tratta di post sponsorizzato, ti pagano a cartella. Non ho capito, sinceramente, la storia della mailing delle aziende… Un’azienda può avere un tipo di accordo con una blogger e averne uno totalmente differente con un’altra. Mi sembra tutto un po’ troppo rigido. Non farsi sfruttare è giusto (per questo è auspicabile una linea guida di comportamento) ma sta anche a noi non essere fesse. O sbaglio?

    • credo Antonella che le misure antispam siano appunto un problema solo di chi ha una certa visibilità: io ho un sito cittadino che quindi non attira traffico da tutta Italia, ma ugualmente mi costringe a intere mezzore ogni giorno dedicate alla scrematura tra info utili, pubblicità schietta e, soprattutto, segnalazioni non richieste a sfondo prettamente pubblicitario ma mascherate da “altro” (romanzi infiniti che vanno a parare tutti sempre lì). Non oso immaginare chi ha un blog a visibilità nazionale… anche io sono per i toni morbidi, dato che ognuno – più o meno bene – cerca di fare il suo lavoro, ma una sorta di “patti chiari, amicizia lunga” credo possa far bene a tutti.
      Ancora sulla questione mailing list ho le idee confuse, ci devo un po’ pensare, ma sono favorevole agli scambi di informazioni tra blogger.
      Comunque sì, sta anche un po’ a noi non essere fesse! 😀

        • Ma i comunicati stampa non finiscono nello spam, e io onestamente non voglio classificarli come tale. Sta di fatto, però, che formalmente un’email con contenuto pubblicitario non richiesto, e con allegati, è spam, e questo è un reato penale. Io non ho nessuna intenzione di fare la guerra alle agenzie (sarei cretina, visto che io ci campo con questo lavoro…), ma gradirei ricevere offerte mirate, e non circa 15-20 email OGNI GIORNO in cui mi viene proposto dal tagliere in legno al babymonitor. Gratis.
          Insomma: vorrei regolamentare questa cosa, perchè non ci sto dietro (ma parlo per me, eh…). Anche solo adottando un’email a parte per le aziende, ad esempio… ?

  10. Su questo sono d’accordo Barbara, un’idea potrebbe essere scrivere una lettera standard, da rimandare all’azienda invitandola a inviarti eventualmente solo comunicazioni mirate indicando il target a cui ti rivolgi e suggerendo di suddividere la loro mailing list in sottogruppi specifici. Prima o poi capiranno… e munirsi comunque di un buon antispam (per i blog piccoli come il mio per lo meno, quelli grossi lo hanno di sicuro). Sono favorevole a una comunicazione più “morbida” perché, indipendentemente dai blog ad free, non vorrei si corresse il rischio che le aziende identificassero “Io sto con Mommit” come una dichiarazione d’intenti intesa (scusate il gioco di parole) a scoraggiare il contatto o quanto meno una possibile collaborazione con i blog che invece, la pubblicità, la consentono. Questo andrebbe tutto a vantaggio dei blog che non si pongono (a torto o a ragione) i problemi che ci stiamo ponendo noi in questi giorni. Non credi? E’ un punto molto delicato che dobbiamo approfondire, penso. Mommit, a mio parere, non deve essere un regolamento “di chiusura” ma un regolamento etico di cui andare fieri. Ponendo, ovvio, delle regole ben precise (patti chiari e amicizia lunga, come suggerisce Arianna). Ma con toni moderati. 😉

  11. ecchime!
    allora: sono d’accordo che i toni debbano essere sempre educati, ma mi sembra che finora non siano state proposte formule poco cortesi o irrispettose. i messaggi possono essere chiari e inequivicabili senza suonare aggressivi.

    i possibili scenari, e conseguenti formule potrebbero essere:
    a) ad-free blog, non ha post sponsorizzati e non ne vuole
    b) blog con altri tipi di pubblicità che non ammette i post sponsorizzati
    c) blog che non ha post sponsorizzati ma che è disposto ad “ospitarne”
    d) blog che pubblica post sponsorizzati

    problema 1: e se nonostante tutto si ricevono mail non richieste? inserire la “postilla” della segnalazione alla rete mommit non mi convince del tutto. e comunque non mi sembra un deterrente per coloro che se ne fregano e spammano a caso. però mi piace l’idea della mailing list per gli aderenti alla rete, oltre che per segnalare casi strani potrebbe servire per condividere dubbi e chiedere consigli senza essere “sulla pubblica piazza”! chiaramente si dovrebbero fissare delle regole, come il divieto di rendere pubbliche le e-mail.

    problema 2: omaggi e retribuzioni.
    secondo me un prodotto omaggio non si dovrebbe restituire, nemmeno se non è gradito e non viene pubblicato alcun post.
    per quanto riguarda i post retribuiti, non so se le aziende siano disposte a pagare per una recensione negativa. forse come dice qualcuno, a loro basta se ne parli… non saprei proprio se è così o meno.
    secondo me la dimanica potrebbe essere questa:
    l’aziendaX manda un prodotto da testare, io lo testo e se mi va scrivo un post positivo o negativo. il prodotto rimane a me ma non vengo pagata.
    l’aziendaX manda un oggetto, io lo testo e poi ti dico se sono disposta a scrivere un post negativo o positivo, l’aziendaX mi dà l’ok, io scrivo il post e vengo retribuita. se l’aziendaX non gradisce post negativi non scriverò il post, non verrò retribuita ma terrò l’omaggio.
    non so se è troppo macchinoso, forse sì ma io non ho mai avuto esperienze del genere ditemi voi che ne pensate!

    l’idea delle icone per riassumere il tutto è molto carina, magari però aspettiamo di arrivare in fondo all’autoregolamentezione per appurare quante icone servirebbero: per essere immediatamente comprensibile credo non ci dovrebbero essere più di 3/4 “voci”. no?!

    • Secondo me quella del tenersi l’omaggio non è sempre giustissima.
      Nel senso: testo un prodotto (escludiamo ovviamente il “food” che è un caso a parte) e non mi piace.
      Onestamente che senso ha tenerselo?
      Non sarebbe meglio scrivere che se il prodotto non piace allora siamo autorizzate a non scrivere nulla o scrivere un post negativo e che restituiamo il prodotto A CARICO DI CHI CE LO HA INVIATO?
      Secondo me ci faciamo più bella figura 🙂

      • sì, condivido il ragionamento.
        solo che la soluzione mi sembrava più “facile” da realizzare: magari mi sbaglio ma un’azienda avrebbe interesse a pagarsi le spese per vedersi restituire un prodotto che non può ovviamente vendere e che comunque sarebbe già usato? anche perchè molti prodotti una volta usati non si possono “passare” a qualcun altro quindi dubito che l’azienda pegherebbe le spese, ma questa è solo un’ipotesi!
        si potrebbe scrivere così (aggiungta mia in maiuscolo), che dite?

        “02a. I Post Sponsorizzati possono essere scritti a seguito dell’invio di un prodotto omaggio da testare. Il cliente accetta che il prodotto omaggio non venga restituito O DI FARSI CARICO DELLE SPESE PER LA RESTITUZIONE IN CASO DI GIUDIZIO NEGATIVO. Il cliente accetta se ne parli bene o male o affatto: in nessun caso il proprietario del blog ha il dovere di pubblicizzare un prodotto che non ha gradito.”

  12. Ma state parlando del regolamento da sottoscrivere per aderire a Mommit o devo scrivere nella presentazione del mio blog “blog che pubblica post sponsorizzati”? Perchè devo specificarlo? Io segnalo sempre i post sponsorizzati quando sono post sponsorizzati e sinceramnte mi sembra più che sufficiente… I prodotti di cui le aziende vi omaggiano sono appunto un omaggio, potete farne ciò che volete, non penso si aspettino che, in caso non ne parliate, voi li restituiate. I prodotti omaggio x un’azienda (seria) sono prodotti a perdere da cui magari può arrivare qualche beneficio… nel momento stesso in cui vi spediscono il prodotto va bene perché lo stanno comunque diffondendo e voi, se non sul blog ma con le amiche (o in una mailing), ne parlerete… bene o male, certo. Non è che il sig. dell’azienda tot dice “Oh caspita la sciura rossi del blog tal dei tali non ha parlato del mio pettine… devo chiamarla e dirgli di restituirmelo”. Penso prima di tutto si debba scrivere questo regolamento etico (come del resto sta facendo Barbara) che va firmato e accettato in tutte le sue parti, poi uno può scrivere nel suo blog “Io sto con Mommit” (anch’io l’ho già scritto da un pezzo…) e magari (è un’idea) linkare il regolamento stesso in modo che il lettore possa leggerlo nella sua interezza. Il fatto di discutere cosa scrivere sul tuo blog per non ricevre spam o blog devi mettere che accetta post sponsorizzati o meno, che però s’incazza se riceve spam, ecc… adesso come adesso, scusate, non mi semra tanto importante. Mi sembra più impattante pubblicare direttamente il regolamento etico. Buona giornata a tutte, si parte… nel senso che inizia la giornata. Ciao!

    • sì, certo, l’idea è quella di creare un bollino che va linkato a mommit (per chi lo desidera) in cui ci sia un’autoregolamentazione condivisa, e poi ognuno sul suo blog specifica quello che desidera…
      io comunque non lo intendo come regolamento etico, ma forse è solo una questione di termini: a me la parola ‘etica’ fa paura, perchè secondo me tutto va spostato sul piano della legge, che è obiettiva, e non su quello della morale, che è soggettiva…

    • scusa antonella, ma è propero di questo “regolamento etico” che stiamo discutendo, poi ognuno sarà libero di riportare sul suo blog le parti che gli sembrano pertinenti al suo caso.
      per come la vedo io in realtà non si tratta nè di etica, nè di regolamento… piuttosto un “dichiarazione di intenti” perchè il rapporto tra blog e aziende sia quanto più possibile trasparente.

      • ecco, metto insieme antonella barbara e linda.
        1) sono d’accordo con antonella nel dire che gli omaggi delle aziende sono OMAGGI, te ne fai quello che vuoi, e credo sia questa la prima cosa su cui fare trasparenza.
        2) come dice barbara, è una questione di termini: dal mio piccolo piccolissimo minuscolo punto di vista, parlare di “post sponsorizzato” solo perchè l’azienda mi ha inviato il prodotto in omaggio mi suona male. Il post io lo scrivo secondo la mia opinione, onesta e sincera. Se poi il prodotto non mi piace o non scrivo nulla (e ne informo l’azienda – poi se questa vuole che scrivo uguale, contenta lei…) o vado sul tecnico, su dati di fatto da cui non si può dissentire, tipo “questo coso è in plastica” e vediamo chi dice di no. Ho visto che qualcuno fa differenza tra “post sponsorizzato” e “post retribuito”: io credevo fosse la stessa cosa, evidentemente sono ancora molto ignorante…
        3) linda parla di una dichiarazione di intenti: mi sembra davvero la formula più appropriata per descrivere questa iniziativa. “Regolamento” mi sembra davvero troppo rigido: siamo tante, tantissime, ed ognuna – anche se condividiamo di base questa cosa – può poi applicarla con sfumature diverse. Penso sia lecito, no?
        Infine grazie a tutte voi per farmi ogni volta imparare così tanto 🙂

  13. forse all’inizio abbiamo saltato un passaggio fondamentale: riflettere insieme su cosa intendiamo ESATTAMENTE con post sponsorizzato.

    secondo me “post sponsorizzato” è qualsiasi post che una blogger scrive in cambio di qualcosa. la contropartita può essere una retribuzione in denaro o un oggetto che viene inviato da testare e che poi rimane in omaggio alla blogger. Quindi anche le recensioni dei prodotti omaggio testati sono da considerarsi post sponsorizzati e come tali vanno segnalati al lettore.

    Un altro punto da chiarire è che il post sponsorizzato (sia che in cambi si abbiano omaggi, sia che si venga pagati) non è un post in cui l’opinione del blogger è, in qualche misura, influenzata dall’azienda.

    L’autoregolamentazione dovrebbe chiarire che il blogger, indipendentemente da omaggi e retribuzioni, è libero di esprimere (o non esprimere) la sua opinione. (e mi sembra che nella bozza barbara l’abbia evidenziato bene)
    Chiarito questo mi sembra logico e normale che TUTTI i post per i quali il blogger abbia in cambio qualcosa siano considerati e segnalati come sponsorizzati.

    Che ne dite?

  14. secondo me la 02 va bene però mi sorge un dubbio, e se lo avevo già fatto presente chiedo scusa, se a me mandano la farina di tizio io ci facci ouna ricetta, non per sposnorizzare ma perche mi volevo farla e negli ingredienti segnalo che ho usato la farina di tizio, bisogna comunque mettere che è un post sponsorizzato? anche se non sono stata pagata, ma ho solo testato quel prodotto e mi sono trovata bene?

    • ale, secondo me sì, per un semplice motivo: la ditta X ti manda la farina per farsi pubblicità, non per altro. quindi se tu la citi la stai pubblicizzando e il post diventa un post sponsorizzato, MA QUESTA NON è UNA COSA NEGATIVA, mi sembra di capire che c’è un po’ di timore a segnalare i post come sponsorizzati perchè si teme che questi vengano mal giudicati dai lettori. o sbaglio?
      secondo me il punto è:
      1) segnalare tutti i post per i quali riceviamo qualcosa in cambio (soli/omaggi) come “post sponsorizzato” per essere trasparenti verso i lettori
      2)nel contempo specificare chiaramente nell’autoregolamentazione che i giusizi espressi nei post sponsorizzati non sono influenzati dall’azienda produttrice.
      spero di essermi spiegata!

      • il punto è che l’azienda non te lo chiede, ma siccome è un buon prodotto, magari anche con un buon prezzo, ti viene spontaneo fare il post e personalmente non lo considererei un post sponsorizzato semplicemete perchè non me lo hanno chiesto..allora se dico ad una blogger in un commento che ho fatto il corredino in un determinato negozio perchè è conbveniente devo scrivere commento sponsorizzato?

      • però scusa, quando io ho ricevuto la merce prima di inserire il banner ho fatto un post specifico dove comunicavo che l’azienda mi aveva mandato dei prodotti per farmeli provare, insomma che sposnor è? tra l’altro non sei nemmeno pagata, non credo che 50 centesimi di farina che ho usato e con cui mi sono trovata bene, siano pubblicità occulta a questo punto preferisco non citare il prodotto è rimango sul generico tanto loro hanno il banner sulla sidebar, mi dispiace che magari gli altri non leggono una mia ricetta perche vedono sponsorizzato, non è cosi secondo me, la ricetta è valida comunque
        e io non la faccio per far vendere a questa azienda

        • Avevo un vecchio blog nel quale citavo decine di prodotti in commercio ma mai dietro richiesta dell’azienda e mai in cambio di qualcosa. Tuttavia tenevo a sottolineare che era pubblicità gratuita, perché ci tenevo molto a far sapere bene ai lettori che le opinioni postate non erano in alcun modo influenzati da altro che non fosse la mia diretta esperienza.

          Secondo me: se si è pagati o se si riceve un’esplicita richiesta è bene dirlo prima (io ad esempio nell’attuale blog l’ho scritto in calce, ora cambierò la posizione anche se mi sembra palese la differenza tra articoli sponsorizzati e segnalazioni gratuite, proprio come forma)

          Se l’iniziativa è del tutto spontanea invece non fa male specificarlo anche solo a fine post, così da fugare ogni dubbio.

        • però è sempre pubblicità… io lo dico da lettrice: ho smesso di leggere alcuni blog di cucina che ADORO, perchè non riesco a capire che rapporto hanno con queste ditte. le ricette iniziano ad essere PIENE di link a siti o negozi, senza specificare nulla. persino i servizi di piatti vengono linkati! allora da lettrice io vorrei sapere, in ogni post, magari anche solo alla fine della lettura, che collaborazione è. perchè se io parlo di ikea, sono certa che lo dico perchè mi piace personalmente e compro per me. ma se la persona che mi parla di un’azienda, riceve in regalo dei prodotti omaggio, vorrei saperlo. non perchè ci sia qualcosa di male, anzi!! però è una pubblicità. e io voglio capire se leggo un parere spontaneo, o una ricetta che prevede comunque una sponsorizzazione,

      • queste risposte stanno diventando una babele e quindi può darsi che mi sia persa il commento: siamo ADfree ma il nome di qualche prodotto commerciale può capitare che passi nel blog. come ci comportiamo? dobbiamo specificare ogni volta che non percepiamo compenso o basta il banner ADfree del blog e due righe al fondo pagina di chiarimenti per chi legge?
        PS. ti ho sentita Barbara: hai detto IKEA 😀

            • Avete perfettamente ragione. Ma la mia prima versione del vecchio blog aveva l’aria, al primo colpo d’occhio, di un’accozzaglia di “marchette” (passatemi il termine) quando invece non lo era. tant’è vero che venivo continuamente scambiata per un rivenditore di prodotti per l’infanzia.
              ho associato l’idea ai blog di ricette piene di link portati come esempio da Barbara (anche se la differenza è evidente), quindi cercavo di capire come potevano comportarsi questa categoria di blogger per evitare che altri come Barbara risentissero dello stesso dubbio. Ma forse è un argomento da chiarire a parte?

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