Omaggi e sponsor

Un prodotto omaggio può essere considerato una sponsorizzazione?
Se scrivo un post parlando di un prodotto omaggio, dovrei specificarlo?
Posso ricevere un gettone anche se faccio qualcosa di gratuito?

Queste sono alcune domande che sono emerse nei giorni scorsi, e che forse dovremmo chiarire meglio. Mentre siamo abbastanza d’accordo sui post sponsorizzati (quelli con retribuzione), abbiamo avuto incertezze sugli omaggi.

Le mie riflessioni: secondo me ricevere un omaggio è cosa buona e giusta, se lo si desidera, ma forse occorrerebbe chiedere anche un ‘gettone’ per la scrittura di un post. Anche solo una cifra rappresentativa, (per esempio 5-10eur ad articolo, o un tot a forfait per un anno…) che non svenda il blog. In questi giorni di Fiera ho avuto modo di parlare con persone che collaborano con le riviste cartacee del settore creativo, e mi si diceva che le riviste hanno iniziato a non retribuire più il lavoro delle creative, perchè troppe persone sono disposte ad inviare i loro progetti in forma gratuita, cedendone persino i diritti. Così, quello che per alcune era un lavoro, adesso è diventato una perdita, e un vantaggio per il solo giornale, che dice: ‘per una che rifiuta, ci sono decine di altre persone che accettano gratis‘.

La gratuità è ancora necessaria? Come ci si pone di fronte a questo problema?

Seconda riflessione: come ho già accennato, personalmente, quando leggo un post e trovo il link di un prodotto o di un’azienda o un negozio online, vorrei capire cosa sto leggendo. Si tratta di una sponsorizzazione occulta? Si tratta di un link retribuito? Si tratta di un link spontaneo? Si tratta di una collaborazione gratuita basata sull’invio di prodotti omaggio?
Non sarebbe opportuno specificare qualcosa come: ricetta/lavoretto/creazione realizzata grazie ai prodotti omaggio della ditta Paperon de’ Paperoni? Oppure: i prodotti citati in questa ricetta/creazione mi sono stati omaggiati da Paperino de’ Paperinis?

Ecco. Molte domande e poche risposte. Come sempre.
Ci fermiamo a riflettere sugli omaggi, per capire che direzione dobbiamo prendere, fatto salvo che – mi pare di aver capito – siamo tutte d’accordo sull’eventuale utilità dei prodotti omaggio?

145 commenti su “Omaggi e sponsor”

  1. Ancora un argomento interessante. Io ho risolto, anche grazie ai tuoi suggerimenti e all’aiuto di Nestore, inserendo tutto ciò che è sponsorizzato o frutto di collaborazioni con le aziende in una apposita sezione. In questo modo è ben chiara la separazione tra prodotti recensiti spontaneamente o in seguito ad una collaborazione professionale.

    Mi reendo conto che si tratta di un’opzione avanzata e quindi non adatta a tutti. Magari si potrebbe optare semplicemente per una categoria o un tag apposito, specificando il tutto nella propria pagina personale.

    Ottima anche l’idea della somma (anche simbolica) da richiedere per un post sul prodotto testato.

  2. sto leggendo con grande interesse gli ultimi post e mi sento davvero coinvolta essendo una foodblogger 🙂 come lettrice detesto profondamente la pubblicità occulta e apprezzo chi molto onestamente inserisce il tag pubblicità/collaborazione/ecc in modo che io possa capire se si tratta di una segnalazione spontanea o meno. C’è chi si salva in corner inserendo la pagina “Collaborazioni” ma è anche vero che io non posso rileggermi tal pagina prima di ogni post. Forse l’omettere quest’informazione prima poteva anche passare inosservato ma ora che i blog si svendono per qualsiasi cosa e la pubblicità è ovunque (le aziende han scoperto la gallina dalle uova d’oro) è il caso di esser chiari anche perché è in gioco la reputazione del blog stesso 😉 anche perché i lettori mica son scemi!

    • Grazie Fiordilatte, ti ringrazio perchè hai espresso in modo chiaro e conciso un concetto che non sto riuscendo a spiegare. Mi pare che nessuno sia contrario al fatto che i blogger ricevano omaggi o scrivano liberamente ciò che vogliono o facciano del blog una professione (io sono blogger di professione, potrei forse licenziarmi da sola?!), ma semplicemente si richieda (da lettori) un po’ di trasparenza, e si richeda (da blogger) una concorrenza leale. Sbaglio?
      Io poi non ho mai messo in dubbio che la segnalazione sia comunque spontanea (voglio dire: i prodotti omaggio sono sempre ottimi…), ma è comunque il frutto di un omaggio, e veicola comunque un messaggio pubblicitario. Che problemac’è a segnalarlo con un semplice tag?

      (scusa, il tuo commento era in approvazione e non me ne ero accorta, ma succede solo con il primo commento…)

      • si vero, mi sono espressa male sul concetto di “spontanea”. Io considero quasi scontato il fatto che se pubblicizzi un prodotto che ti è stato inviato è perché tutto sommato ti è piaciuto 🙂 in genere non metto in discussione la buona fede di chi mi pubblicizza qualcosa però voglio sapere se è pubblicità sponsorizzata o meno 🙂 non capisco perché molti si nascondando dietro un coltello, ops volevo dire un dito XD Aggiungo anche che ogni blogger è libero di “far quel che gli pare” nel suo blog (è la risposta più frequente che sento) ma è anche vero che ignorare ciò che pensano i lettori è una tattica stupida e controproducente.

  3. avete ragione però che pa..e ogni volta dover specificare se è un post perchè abbiamo avuto un regalo o semplicemente perchè veramente ci piace, forse è meglio fare come dice claudia mettere due sezioni separate

  4. io ho già detto che considererei i post scritti a seguito di omaggi come post sponsorizzati.
    in fondo, che significa “sponsorizzare”? il dizionario (dizionari.hoepli.it) riporta “sovvenzionare un’iniziativa pubblica di vario genere a scopo pubblicitario”. ora si può sovvenzionare con dei soldi o con degli omaggi, ma la caratteristica fondamentale è che il tutto viene fatto A SCOPO PUBBLICITARIO, e non si può certo negare che le aziende mandino omaggi ESCLUSIVAMENTE a scopo pubblicitario.

    sinceramente non capisco perchè il fatto di scrivere “post sponsorizzato” prima degli articoli “omaggiati” rechi tanto fastidio.
    forse c’è il timore che questa dicitura faccia “fuggire” i lettori?
    paradossalmente se io leggo “post sponsorizzato” prima dell’articolo, sono più tranquilla e propensa a pensare che il post sia sincero anche se linka un prodotto specifico. siccome non sono fessa, so decidere da me se il prodotto mi interessa, se voglio visitare il suo sito per saperne di più ecc oppure se voglio solo prendere nota della ricetta e utilizzare poi i prodotti che preferisco…
    quando invece trovo una volta, due, tre… dei link infilati nei post divento più sospettosa: mi chiedo, perchè tutti questi link?

    sono stata spiegata?!

    • Certo, la sezione a parte è una cosa complicata, ma inserire un tag o una categoria è alla portata di tutti.

      Volevo aggiungere che, se è vero che le aziende mamdano omaggi ESCLUSIVAMENTE a scopo pubblicitario, è anche vero che noi ne parliamo bene (parlo per me ma credo che questo valga anche per voi) solo e il prodotto ci è piaciuto davvero.

      • sì claudia hai ragione, infatti io non metto assolutamente in dubbio la sincerità delle opinioni. non credo che un pubblichi una ricetta dicendo che ha usato un certo ingrediente se in realtà il piatto non è venuto bene.
        questo era chiaro nella “bozza” che barbara aveva pubblicato al post precedente: il blogger è libero di parlare bene, male o affatto.

  5. E’ il solito discorso: nulla si dovrebbe fare gratis, se si tratta di commercio. Ma c’è chi ancora non ha una gran voce in capitolo, e si vende come può, aggiustando il tiro man mano che il suo progetto cresce.
    Secondo me sarebbe buona norma dire sempre se l’articolo contiene uno o più link “incoraggiati” dall’azienda di turno, anche solo dietro il rilascio dell’omaggio. Non è poi obbligatorio parlarne in termini entusiastici: l’unica volta che ho recensito un omaggio sono stata bene attenta a esaltare le qualità, ma anche le mancanze, suggerendo il modo per colmarle. L’analisi obiettiva è in definitiva quella che si aspettano i lettori. Se ci vedono lucidità, non saranno influenzati dal fatto che si siano o meno percepiti dei compensi, di qualsiasi natura.

    • Io ho scelto di recensire solo prodotti che mi piacciono. Non mi è ancora capitato il contrario ma ogni volta dico all’azienda di turno che se il prodotto non mi dovesse piacere per niente non ne parlerò. Anche in questo caso i miei lettori hanno una garanzia: ciò che viene pubblicizzato sul mio blog è stato da me testato e gradito.

      Diverso è il caso di elencare pregi e difetti, ovviamente…

  6. Eh questo è un altro bel punto, per me le riviste creative sono un problema, ma questo va oltre…
    Io segnalo quello che è sponsorizzato sempre, poi ci sono i post “recensione buoni prodotti” che scrivo spontaneamente e senza nessunissimo compenso/contatto con l’azienda produttrice e poi ci sono piccole citazioni di prodotti che uso (ad esempio nei lavoretti, mi vengono in mente alcune colle che prediligo) e questi ultimi non sono indicati (nè linkati ad alcunché) semplicemente perché non sono sponsor e non ci sono contatti, sono cose che uso e le segnalo per chiarezza. Però mica lo so se è il modo giusto!

    • anche io lo scrivo nel post anche nell’ultimo ho fatto la ricetta di un sughetto preparato da mio marito e poi ho scritto che ci ho voluto condire la pasta di tizio che mi aveva mandato un pacchettino e che io ho trovato buona

  7. altro dubbio che era stato sollevato nei commenti al post precedente: “ma se io cito un prodotto di mia spontanea iniziativa perchè mi sono trovata particolarmente bene, devo esplicitare che NON è un post sponsorizzato?”
    non necessariamente. se uno vuole specificarlo è ovviamente libero di farlo, ma nel momento in cui segnalare i post sponsorizzati diventerà la prassi è automatico che laddove non specificato si tratta di post e link “spontanei”. lo so che il confine è sottile… ma se così non fosse non servirebbe l’autoregolamentazione, non credete?
    in ogni caso nell’eventuale sezione di “presentazione del blog” si può specificare che: “laddove un post non sia espressamente segnalato come ‘sponsorizzato’ non sussiste nessun rapporto con l’azienda produttrice e per tali post non si ricevono in cambio nè compensi, nè omaggi” o qualcosa del genere…

    • Io lo faccio ma solo per la categoria “recensione buoni prodotti” perchè potrebbe sembrare proprio il contrario (e qualche volta mi hanno scritto commenti negativi) quindi in calce ad ogni post metto questa dicitura:
      ** Le opinioni espresse in questa rubrica sono assolutamente personali e del tutto scollegate da sponsorizzazioni o da accordi (economici o di altro tipo) con le ditte citate **

  8. Concordo con Barbara che sarebbe meglio capire se si mette un link quale sia la motivazione; a volte io lo faccio perché ho testato direttamente il prodotto e ritenendolo valido mi sono sentita di farlo. altre volte invece c’è qualcuno che mi chiede direttamente di scrivere e allora chiedo qualcosa in cambio che può essere un piccolo compenso o, nel caso di un oggetto, l’oggetto stesso da provare. Insomma… non è giusto svendersi nè vendersi però; è giusto che i post siano mirati, pensati e suggeriti con cuore non per via del denaro o dei compensi. La CREATIVITA’ è passione e amore!

  9. Io sono una di quelle a cui la parola “sponsorizzato” dà fastidio nel caso del prodotto omaggio, perchè da lettrice faccio il collegamento “post sponsorizzato – quindi interessato – quindi poco sincero”. Però capisco perfettamente il vostro punto di vista, il mio alla fine è solo un problema di lessico: trovo comunque giusto chiarire al lettore cosa c’è di mio e cosa di “loro”.
    Per quanto riguarda il gettone, anche qui concordo pienamente IN TEORIA, nella pratica poi mi comporto diversamente: io PER ORA non prendo compensi per fare le recensioni, perchè come blogger sono nata ora e devo promuovermi anche fra le aziende. Ci sarà sempre qualcuno che fa promozione di se stesso con una “offerta speciale”, proprio come il supermercato che fa gli sconti o il 3×2, perchè se il mio blog è il mio lavoro sta alle leggi di mercato, e l’offerta promozionale ne fa parte. Certo è giusto “non svendere” il blog, come dice barbara, ma le cose hanno una loro dinamica nel tempo. Non vorrei che questa storia dell’autoregolamentazione diventasse una lettera scarlatta o una fila di paletti da cui non si può uscire.

  10. proposta: cerchiamo definizioni alternative (e crative!) per rimpiazzare “post sponsorizzato”?
    secondo me è questo che crea problemi perchè richiama più o meno inconsiamente nelle nostre menti il concetto che il post non sia del tutto sincero e trasparente. perchè, al di là del nome, mi sembra che siamo tutte d’accordo che è possibile citare e recensire un prodotto parlandone bene o male senza fer forza essere influenzate o indirizzate dall’azienda, e questo vale tanto erp i post retribuiti che per quelli scritti dopo aver testato un omaggio. giusto?

      • però barbara c’è un altra cosa recensioni di prodotti omaggio, forse mi piace di piu la frase di prima grazie a pincopallino per avermi inviato questo prodotto etc etc….perche parto sempre dal presupposto che quel prodotto l’ho usato perche l’avevo ma la ricetta l’ho fatta perche mi andava

      • secondo me potrebbe essere semplicemente “recensione di prodotto”, io insisto che non ci dovrebbe essere differenza se c’è ricompensa monetaria o in omaggi… altrimenti passa l’idea che nel primo caso ci sia qualcosa di meno trasparente.
        eventualmente si può continuare la frase con “si ringrazia l’azianda TALdeiTALI per l’invio del prodotto da testare”.
        che dite?

    • Penso che un foodblogger, nel proprio blog, possa sentirsi libero di fare ciò che vuole. Detto questo, personalmente io collaboro con diverse aziende, ma non mi sento certo obbligata a realizzare delle ricette soltanto perchè ho ricevuto degli “omaggi” (che poi omaggi non sono, dato che in cambio io pubblicizzo un’azienda: nessuno regala nulla!). Gli accordi presi con le aziende generalmente stabiliscono che un’azienda spedisce un tot (a sua discrezione) di prodotti, il foodblogger li testa, espone nel blog il logo dell’azienda con un link che rimanda ad essa, e, ogni qualvolta ha voglia di usare e di pubblicare la ricetta realizzata con i suddetti prodotti, dedicare due righe per citare le fonti utilizzate.
      Non rendete le cose più macchinose di quello che sono!

  11. posso dire una cosa che non c’entra tantissimo, o forse sì? l’altro giorno mi è arrivata questa richiesta: apriremo il sito della nostra azienda e ci piacerebbe che alcune blogger scriverssero dei guest post.
    bè, per una volta non ho avuto dubbi: mommit docet.
    Ho risposto con il lei e non il tu, conciliante, ho inviato il mio cv, ho segnalato dove scrivo/ho scritto, e ho chiesto quali sarebbero stati i termini della nostra “collaborazione professionale”.
    Mi sono molto piaciuta, e infatti loro non mi hanno più risposto 😉
    Per quanto riguarda i post sponsorizzati e omaggi, inventare un nome più creativo mi sembra l’operazione contraria della limpidezza che ci stiamo proponendo con mommit…
    altra cosa: perchè dovremmo pensare che per i lettori è fastidioso un post sponsorizzato???
    probabilmente lo sarebbe nel mio blog, che è personale.
    ma se trovo un articolo ben fatto su mamma felice su un argomento che mi interessa, perchè dovrei saltarlo a piedi pari? quando mi arriva il volantino degli sconti alla coop lo leggo pure!
    scusate la prolissità

    • polly l’idea della definizione alternativa non nasce per “rigirare la frittata” ma perchè sembra proprio che la parola sponsorizzato non richiamasse tanto il rapporto di collaborazione con un’azienda ma il concetto che il post non fosse sincero. il che non corrisponderebbe a verità.
      io personalmente non faccio questa associazione, e userei senza problemi la parola sponsorizzato, ma a molte questa definizione non convince.

      per quanto riguarda i post sponsorizzati, pure io li leggo. se è una blogger che mi piace, non ho problemi a leggere una sua recensione, ben sapendo che è una sua opinione e che magari a me lo stesso prodotto può non piacere ecc. anzi, vi dirò che a volte sono andata in cerca di recensioni di prodotti che avevo intenzione di acquistare, quindi… 😉

      • be linda prorpio a te faccio un esempio lampante ti ricordi il contest che hai vinto da me? bene in quel caso non era sponsorizzato da nessuno acquistai tutto io ma semplicemente perche quei prodotti mi piacevano…eppure in pochi parteciparono e ricevetti degli insulti via mail, insomma come si fa si sbaglia semrpe

        • ale mi dispiace moltissimo, perchè in quel caso non c’era proprio dubbio che non fosse una collaborazione con l’azienda… è vero che la gente trova sempre un modo per criticare a casaccio.
          però anche per questo, se si riuscisse ad arrivare a una pratica quanto più condivisa e diffusa possibile forse ci sarebbero meno malintesi, o almeno potremmo rispondere alle critiche dicendo “guarda, nel mio blog è specificato: quando si tratta di un post sponsorizzato faccio così, se si tratta di opinioni spontanee faccio cosà…”

              • per dire invece adesso non so come comportarmi, ho un altro contest in essere, la cui finalità è molto utile e una azienda mi ha chiesto di mettere i premi in palio, io devo ancora rispondere perche non so che fare, cioìe mi farebbe comodo perche risparmierei 150/200 euro però in questo caso il mio contest che era nato per un mmotivo perderebbe parte delle sue motivazioni
                voi che ne pensate?

              • è una risposta ad alessandrea ma quando il commento diventa “stretto” non fa più replicare…credo che questa sullo sponsor del contest sia paranoia, perchè se ci pensiamo bene comunque nel contest si fa pubblicità al blog, non vedo cosa possa cambiare per i partecipanti se ad offrire il premio è un’azienda…

  12. Latito un po’ dalla discussione su Mommit e mi dispiace.
    Sui prodotti omaggio gc non è molto ferrato. Abbiamo scritto post retribuiti, su qualche prodotto, specificando in modo evidentissimo che erano sponsorizzati. Solo una volta ci hanno mandato il campione omaggio per sapere cosa dire del prodotto, ma il post era comunque pagato al di là dell’omaggio.
    Se ci propongono omaggi, noi proponiamo di organizzare un giveaway (sempre che ci convinca il prodotto).

  13. Ma che dire dei libri?
    A me sono arrivate valanghe di libri in omaggio (tutti sulla maternità e cose così), senza che nessuno mi avvertisse. L’ufficio stampa che magari aveva curato l’invio di un libro per il quale avevo dato il consenso, poi si tiene da conto il mio indirizzo di casa e mi manda altri libri!
    Già quando mi chiedono il consenso, io dico sempre che, se vogliono possono anche inviare ma io recensisco solo libri che ho letto e se il libro non mi piace, non continuo a leggerlo e quindi non lo recensisco. Spesso li mandano lo stesso e io ci metto sempre la buona volontà di iniziarli.
    Quelli però che spediscono così, senza neanche chiedere, mi irritano e mi predispongono male

  14. Penso che un foodblogger, nel proprio blog, possa sentirsi libero di fare ciò che vuole. Detto questo, personalmente io collaboro con diverse aziende, ma non mi sento certo obbligata a realizzare delle ricette soltanto perchè ho ricevuto degli “omaggi” (che poi omaggi non sono, dato che in cambio io pubblicizzo un’azienda: nessuno regala nulla!). Gli accordi presi con le aziende generalmente stabiliscono che un’azienda spedisce un tot (a sua discrezione) di prodotti, il foodblogger li testa, espone nel blog il logo dell’azienda con un link che rimanda ad essa, e, ogni qualvolta ha voglia di usare e di pubblicare la ricetta realizzata con i suddetti prodotti, dedicare due righe per citare le fonti utilizzate.
    Non rendete le cose più macchinose di quello che sono!

    • avendo dichiarato ampiamente sul mio blog, nella pagina apposita, che utilizzo degli sponsor con relativa lista, non mi riguarda!

    • bene, a me fa molto piacere, noi siamo qui apposta… un po’ di apertura dei foodblogger, secondo il mio parere, sarebbe apprezzabile: il fenomeno che cerchiamo di comprendere è infatti molto più ‘prepotente’ sul food che sul mommyblogging. il nostro obiettivo NON è quello di impedire le collaborazioni tra blogger e aziende, ma AMPLIARLE e FACILITARLE. ma perchè avvenga questo, occorrerebbe anche massima trasparenza in una dichiarazione di intenti condivisa.

      • Certo, bisogna essere delicati nei confronti dei lettori, non bombardando con inutili pappardelle… Quando scrivo per il mio blog mi preoccupo dei miei lettori, affinchè i miei posts non risultino pesanti, poco chiari ecc… Mi da fastidio però che anche in queste cose si tenti di mettere delle regole comuni. Se i blog fossero tutti omologati a delle leggi, non ci sarebbe più la libertà mia di scegliere di leggere un blog anzichè un altro! Nella libertà di ognuno di nota chi rispetta gli altri e chi no, chi approfitta e chi no. Perchè con la pistola puntata tutti sarebbero bravi a rispettarsi vicendevolmente. Ho detto che non mi riguarda, semplicemente perchè io agisco nel rispetto del bene comune!

        • La libertà di scegliere si esercita meglio quando tutti giocano allo stesso gioco, con le stesse regole, no?
          Molti foodblogger sono stati ingiustamente derubati delle loro foto, con irrispettose violazioni di copyright, e giustamente si sono lamentati e hanno sollevato un’ondata di protesta. Su Mommit stiamo cercando, nel nostro piccolo, di fare proprio questo: tutelare i blogger, o autotutelarci. Ma per richiedere una tutela, forse occorre anche darsi dei doveri, no?

        • regole comuni ci sono già, sono le leggi italiane e comunitarie che dovremmo rispettare, a prescindere da mommit. l’autoregolamentezione di cui si discute su mommit io la intendo invece come una dichiarazione di intenti (che implica diritti e doveri), come un tentativo di condividere e difforndere alcune prassi, in modo da salvaguardare noi blogger e garantire trasparenza ai lettori, non credo che l’intento dia quello di stilare un decalogo o simili.

          • penso che sia libera scelta di ognuno decidere cosa fare del proprio blog. Chi stabilisce che scrivere ‘post sponsorizzato’ (che per me è una cosa veramente eccessiva ed esagerata, nonchè abbastanza superflua) sia un dovere ed una cosa giusta? Ognuno deve agire come vuole, sono i lettori a scegliere di leggere o meno un post.

            • certo che è una libera scelta, ma siccome si sentiva il bisogno di condividere prassi e comportamenti, magari anche formule e frasi da utilizzare sui blog, se ne stava discutento!
              nessuno obbligherà nè controllerà nessun’altro.

          • non la mettere dal punto di vista delle leggi .E poi c’è sempre da vedere se i blog su blogger o go daddy siano soggetti alle leggi italina o a quelle americane , dato che è risaputo che la sede legale del blog è quella dove si trova il dominio.E comunque da queste parti non vedo legali esperti di web.
            Posto questo è proprio la libertà su internet xche ci consente di essere informate grazie alla libera circolazione di idee e progetti che non vengono ammanettati dal sistema.Grazie alla libertà si sono fatte rivoluzioni.e questo è un concetto che va ben oltre le ricette.Sinceramente questo scontro mi sa di operazione di polizia. E’ ancore oggi, domani non si sa, possibile fare quello che si vuole sul proprio blog. Puntare il dito mi sembra fuori luogo.

            • Operazione di polizia? Vabbuò, dai, senti, citami per favore il punto esatto in cui qui dentro qualcuno ha obbligato qualcun altro a fare qualcosa. Qui si parla di un codice di autoregolamentazione ad adesione VOLONTARIA. Se vogliamo fare qualcosa di costruttivo, perfetto. Per il resto, ognuno farà sempre e per sempre ciò che desidera, visto che qui si parla di cose generali, e non di casi particolari.

              • e leggi italiane e comunitarie che dovremmo rispettare, al momento non ci sono ne leggi comunitarie ne italiane che ti obbligano a dichiarare la pubblicità.E non esiste nessun blog che non infrange le regle, a partire da quelle di adsense che vieta di fare promozioni attraverso pot. Contratti lunghi da leggere, come quello di fb che ti dice che tutto quello che metti (foto comprese) è di proprietà di fb,che ne può fare l’uso che vuole, o google che attraverso i cookie ti manda pubblicità mirata.Sarebbero fuori legge, ingiuste, ma di leggi non ce ne sono.Internet è la deregulation totale , per ora. Il domani è un divenire.

              • Il punto è che nessuno stabilisce che questa regolamentazione ad adesione volontaria che dici tu sia costruttiva! Personalmente non vedo il motivo di dover specificare cose ovvie: se in un blog cito una ditta, il più delle volte ci collaboro! Ma ti pare che ora uno debba scrivere anche ‘post sponsorizzato’, ‘post pensato liberamente’, ‘post ironico’… ma daaaaai…

              • non ci sono leggi specifiche, la legislazione (anche se è un modo sbagliato di definire la cosa) si basa su sentenze della cassazio che parlano di copyright e diffamazione via web, cose che trovo gistissime.Per il resto non ce ne. mi pare giusto discutere di regolamento ma sottindendere che alcune cose siano legge è inesatto.

              • poi, scusami tanto, i foodblogger scrivono che hanno utilizzato un determinato prodotto e dalla foto si può vedere la realizzazione della ricetta finita, ma nessuno dice ‘comprate questo prodotto che è buono’ quindi non vi è nemmeno volontà di truffa!

            • Ma questo non è uno scontro, è un confronto. Ognuno cerca di dire la sua per fare le cose nel modo più chiaro possibile. Se poi c’è chi preferisce approfittare del fatto che le leggi siano nebulose, amen. Io per prima ho fatto un sacco di errori per ignoranza e sono felice di accorgermi se e dove ho sbagliato, per poter rimediare…

              • le leggi non sono nebulose, non ci sono, e non è detto che sbagli che non applica non-leggi con cui non è d’accordo.Ci si informa, al di là di quello che si dice su mommit…è sbagliato che ci applichiamo a certe cose che poi degenerano ..non esistono leggi ma pareri, che possono essere discordanti. Questo escluso, ovviamente, copyright e diffamazione..detto questo vado a preparare la cena, kiss 🙂

        • barbara ma tutto questo lavora alla fine porterà ad un autoregolamentazione giusto? il cui intendo, se non erro altrimenti corregimi è quello di diffonderla altrimenti non avrebbe senso fare cio…sbaglio?

  15. Link di approfondimento sulla Legislazione Europea: http://www.ilfattoalimentare.it/il-parlamento-europeo-contro-la-pubblict%C3%A0-occulta-sul-web-servono-nuove-regole-per-tutelare-i-consumatori.html

    [denuncia lo sviluppo di una pubblicità «occulta» su Internet, non contemplata dalla direttiva sulle pratiche commerciali sleali (relazioni tra consumatori), attraverso la diffusione di commenti su reti sociali, forum o blog, il cui contenuto è difficilmente distinguibile da una semplice opinione; ritiene pertanto che il consumatore rischi di essere indotto a prendere decisioni erronee credendo che l’informazione sulla quale si basa provenga da una fonte obiettiva; deplora i casi in cui talune aziende finanziano direttamente o indirettamente qualsivoglia azione intesa a favorire la diffusione di messaggi o commenti che sembrano provenire dai consumatori stessi laddove si tratta in realtà di messaggi di natura pubblicitaria o commerciale; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire, a tale proposito, la corretta attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali;]

    http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P7-TA-2010-0484&language=IT&ring=A7-2010-0338

  16. Scusatemi, ho una domanda da profana (non ho accettato omaggi e non so come funziona) e mi rivolgo a Dada, MammaPapera e Mammadifretta, che forse hanno più conoscenze di me in merito all’argomento. Quando scrivete un post in cui presentate dei prodotti omaggio, vi è anche una retribuzione, o si tratta di una scelta dettata dalla bontà del prodotto?
    Seconda domanda, più importante, per capire: l’azienda vi chiede di NON dire esplicitamente che si tratta di un omaggio, o è una scelta personale?
    Credo che questo ci aiuterebbe a centrare meglio il punto, se avete voglia di condividere queste informazioni…

  17. Uffa, non ci si può assentare un paio di giorni per lavorare come si deve (ed ammalarsi un po’) che tirate su un’altra discussione interessantissima! Barbara, come sempre concordo con le tue posizioni e sottolineo come, da lettrice, non mi disturbano i post “sponsorizzati/omaggiati” sui blog che hanno dato prova di correttezza e trasparenza nel corso di mesi/anni. Negli altri blog, che i dubbi li hanno creati per mala o nebulosa gestione a prescindere dagli sponsor, o salto direttamente il post sponsorizzato o scelgo definitivamente di ignorare il blog. Consentimi di dire che dai blog corretti e affidabili basta una parolina anche nel post stesso a segnalare lo sponsor senza far proprio fuggire nessuno (nemmeno i lettori più intransigenti e rompipalle come me), nel caso di blogger malfidati/e non basta nulla per rendersi credibili.
    Grazie come sempre dello splendido lavoro che stai facendo. Sei bravissima.

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